INCIPIT
1.
Pensò a quando il circo era sbarcato a Le Case, nel ’37: cammelli e dromedari tenuti al guinzaglio, bestie di cui aveva sentito parlare fin da bambino e ora eccole lì, con tanto di pelo e bocche mangiate dalle mosche.
Gli animali che squadrava adesso erano un’altra cosa. Per esempio non si differenziavano in niente da lui e dai paesani, a parte l’aria stramorta. Sembravano pecore al pascolo, con un soldato davanti e uno dietro. Ma la formazione andò in breve a scatafascio; i militari erano ragazzi e in quanto tali volevano godersi la gita con un bicchierino o i sorrisi di qualche femmina. C’era anche quello mulatto, che stazionava nel borgo ormai da mesi, René lo vide sparire nel portone della Barbarina. Tanto non parlava nessuno.
Nel frattempo i carcerati entravano nelle botteghe, consegnavano il foglietto su cui erano appuntati i rifornimenti da portare al seminario. Insomma, a parte sgranchirsi le gambe e respirare un’ora d’aria fresca, avevano il compito degli asinelli da soma. Recuperati i pacchi e le scatolette si raggrupparono davanti a San Bastiano in attesa che la scorta finisse la ricreazione. Poi «Hop hop! Via, andare!», presero i cartoni sulle spalle incolonnandosi su via di Mezzo con lo sguardo per terra. Ci fu chi chiuse le persiane in segno di schifo o per dimostrare buona condotta.
L’inverno si annunciava tremendo, neanche era finito novembre e già c’era da tremare come topi. Pensare a marzo significava immaginare un’altra vita. Le vecchie rimaste sole uscivano per farsi dare la razione con le coperte addosso, si tenevano al muro per miracolo proclamandosi subito morte quando qualcuno le andava a raccattare con un ginocchio spezzato per via di un lastrone di ghiaccio. Giorni prima era toccato proprio a René prendere Stella Fantastici dal marciapiede. L’unica cosa che la donnina aveva detto era stata questa: «Mario era bello…». Con un’anca sfracellata si sentiva perduta e riscattava tutto con quella fotografia che aveva nel cuore, del suo uomo sparito da un pezzo. Le faccende che restano sono folgorazioni di questo tipo. Ora Stella era ferma a letto, con un figlio in guerra e nessun marito. Difficilmente sarebbe arrivata a Natale. Men che meno a Pasqua.
Sacha Naspini