Un nomade globale, che vive tra Asia e America, sonda le radici culturali del binomio Oriente-Occidente. Accompagnandoci in un viaggio nella storia indispensabile per capire l’oggi con tutte le sue contraddizioni. E anche per interpretare le diverse risposte di fronte all’emergenza coronavirus.
Oriente Occidente. Massa e individuo, di Federico Rampini, Einaudi editore 2020
Vi segnalo questa presentazione in cui l’autore racconta il contesto in cui è nato il libro.
È dai tempi di Alessandro Magno che l’incontro-scontro fra Est e Ovest ispira la nostra visione del mondo. «Noi» siamo concentrati sui valori e sui diritti del singolo, «loro» abitano un universo comunitario. Il dispotismo orientale, teorizzato da Marx e da altri pensatori dell’Ottocento, lo ritroviamo al multiplo nelle sue reincarnazioni contemporanee, da Erdogan a Xi Jinping. C’è poi il «loro» spiritualismo contro il «nostro» materialismo: un mito che si complica sempre piú nella modernità. Siamo passati attraverso le fasi dell’emulazione, talvolta dell’omologazione, del rifiuto, della rincorsa e del sorpasso, della riscoperta delle radici. È probabile che un punto di equilibrio non lo troveremo mai.
Ora che la pandemia ci ha abbattuti entrambi, resta da scoprire chi si risolleverà per primo, quale modello risulterà vincitore.
“La genesi stessa di questo libro è stata lunga e movimentata, in senso letterale -continua Rampini- Voglio dire che ho cominciato ad accumulare le informazioni, la documentazione e le fonti tanto tempo fa, in una vita suddivisa tra l’America, l’Asia, l’Europa sino alla parte finale della scrittura dove, come tutti voi, ho imparato a viaggiare intorno alla mia stanza. In definitiva questo non è un libro scritto per il gusto di reinterpretare la storia, ma è una chiave da tenere in serbo per l’oggi”.
Presentazione presso Feltrinelli
Scrittore e giornalista italiano, Federico Rampini ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D’Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un’inchiesta sulla corruzione in seno al PCI. In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l’ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università…
…a volte mi sembra che parli dal futuro!
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