Due donne condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono entrambe single e al termine di una gravidanza inattesa. Janis, di mezza età, è una fotografa affermata, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule. Le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra le due e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe. Janis ha deciso di crescere da sola la figlia che l’amante, un antropologo forense, non ‘riconosce’ come sua, Ana, ‘abbandonata’ dai genitori sempre altrove, fa altrettanto. Ma il destino è dietro l’angolo e finirà per incontrarle di nuovo dentro una Spagna che fa i conti col passato e il DNA nazionale.

Non è la legge del desiderio a muoverlo questa volta ma la legge della “Memoria histórica”, approvata alla fine del 2007 dal Governo Zapatero per restituire a un popolo i suoi morti. Un popolo che chiede di riconoscerli e di piangerli. Un’esigenza sollecitata nel film dal personaggio di Penélope Cruz, spinta dall’urgenza di restituire una degna sepoltura al suo bisnonno. Janis lo ha promesso a sua nonna e alla sua bambina appena nata, perché la Memoria non ha a che fare col passato ma col presente e il futuro.
Almodóvar si muove lungo la sutura di una transizione (politica) ambigua e di un Paese mai davvero ricomposto. Senza rinunciare all’empatia prodigata ai suoi personaggi, a interessargli visibilmente è la nativa Spagna, a cui torna come da un esilio e che filma non più come territorio mentale, un sogno che impasta coi colori materia proustiana, ma come terra da scavare (letteralmente), riesumando i fantasmi della Guerra Civile.
Ritratto genetico di una nazione, Madres Paralelas è quello che Hollywood definisce, e mai definizione fu più luminosa, un movie motion pictures, immagini (emozionanti) in movimento. Una formula, magica e chimica, che Almodóvar applica per realizzare i suoi film più belli. Nel suo cinema tutto è movimento, a cominciare dalle emozioni, un’azione ‘di dentro’. In questo senso, un melodramma è un film d’azione, un’avventura intima da cui usciremo in lacrime, stravolti dall’instabilità romanzesca, le montagne russe sentimentali, le peripezie (in)verosimili che mai come in questo film elevano la trama da foto-romanzo a tragedia (iberica). Ancora una volta è una questione di maternità. Perché la guerra sarà pure è un’affaire da uomini ma per il regista un uomo è prima di tutto un figlio. ( da Mymovies.it)

Commento del regista:
Il film inizia con Janis che cerca un modo per aprire la tomba dove giace il suo bisnonno, assassinato durante la guerra civile spagnola. E termina tre anni dopo, con l’apertura della tomba stessa. Al centro del film, c’è il suo rapporto con Ana, complicato in maniera inaspettata. Madres paralelas parla degli antenati e dei discendenti, della verità sul passato storico e della verità più intima dei personaggi. Parla dell’identità e della passione materna attraverso tre madri molto diverse tra loro. Insieme a Janis e Ana, c’è Teresa, la madre di Ana, egoista e priva di istinto materno. Come narratore, in questo momento sono queste madri imperfette, molto diverse da quelle che sono apparse finora nella mia filmografia, quelle che più mi ispirano. Questo è il personaggio più difficile che Penélope Cruz abbia mai interpretato, e probabilmente il più doloroso. Il risultato è splendido. Al suo fianco, la giovane Milena Smit è la grande rivelazione del film. La purezza e l’innocenza della sua Ana accentuano le parti più oscure di Janis. Entrambe sono molto ben accompagnate da Aitana Sánchez Gijón e Israel Elejalde. Alla fine faranno tutti parte di una famiglia pittoresca e inattesa, ma comunque vera e autentica.
Scheda del film:
Regia: | Pedro Almodóvar |
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Produzione: | Remotamente Films / El Deseo D.A. (Agustín Almodóvar, Esther García) |
Durata: | 123’ |
Lingua: | Spagnolo |
Paesi: | Spagna |
Interpreti: | Penélope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, Julieta Serrano, Rossy De Palma |
Sceneggiatura: | Pedro Almodóvar |
Fotografia: | José Luis Alcaine |
Montaggio: | Teresa Font |
Scenografia: | Antxon Gómez |
Costumi: | Paola Torres |
Musica: | Alberto Iglesias |
Suono: | Sergio Bürmann |
Ogni film è un quadro unico. Pennellate magnifiche e inconfondibili.
Grazie Luisa 💕
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