Marzo è stato un mese piuttosto critico, sia a livello personale, che a livello pubblico. I venti di guerra e le tragiche notizia che ci hanno attanagliato non hanno fatto certo dormire sonni tranquilli. E personalmente, tutto questo marasma, mi ha tolto serenità e anche la voglia e la capacità di concentrarmi nella lettura. Comunque, questi sono i libri che ho letto e di cui vi ho parlato.

Mikhail Shishkin, Punto di fuga
De Cesare/Pompeo, La poesia delle donne
Sylvie Schenk, Una famiglia come tante
Otello Marcacci, Nottambuli a cena
Il libro del mese è senz’altro Punto di fuga, dell’autore russo Mikhail Shishkin, candidato anche Premio Strega Europeo di quest’anno.

Il romanzo (come suggerisce il titolo originale) è la corrispondenza epistolare tra due persone, lui e lei, che si scambiano lettere mentre lui è in guerra.
In realtà questo è un espediente narrativo: un nutrito scambio di lettere che diventano come due diari paralleli asincroni in cui, a turno, i due protagonisti si raccontano il presente facendo molte incursioni nel passato, rievocando molti episodi delle loro infanzie e gioventù, e la “loro estate”. Si comprende presto che c’è uno sfasamento di tempo tra le due corrispondenze e che sono anche un espediente per porre riflessioni filosofiche ed escatologiche.
Gli avvincenti racconti sull’infanzia, l’amore e la vita attuale conferiscono al romanzo una spinta narrativa empatica, offrendo al lettore una serie di commoventi istantanee della vita in una città sovietica. Tra le sue righe vengono sottolineate le condizioni abbruttenti della guerra, la ciclicità della morte che può apparire quasi rassicurante. Le lettere, variamente tenere e brutali, sono sottilmente interconnesse attraverso immagini e allusioni condivise.
Punto di fuga è un libro che si può definire sentimentale, dato che prende come argomento il sentimento d’amore umano, in tutte le sue infinite varietà e con tutte le sue amare complicazioni, le sue speranze indefinite, i suoi momenti di trascendenza e di grottesco. Come dice Volodya, è anche una narrazione sulla morte. La morte, tuttavia, non è mai la fine della storia.
Condivido il toto la tua azzeccatissima recensione! A me è piaciuto tantissimo e devo dire che la traduzione è ottima non perché io conosca il russo, ma perché scorre che è una meraviglia , cosa non sempre reperibili nelle traduzioni degli autori russi! Ciaooo buon sabato
"Mi piace"Piace a 1 persona
Hai ragione, credo anch’io che la traduzione sia ottima e per lo stesso motivo che dici tu. E’ un aspetto critico che in questo romanzo è stato trattato in modo egregio. Ciao e buon fine settimana anche a te
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ciaoooo 🌸😊
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi raccomando in gamba, eh, per quel che si può visto il periodo…
"Mi piace"Piace a 1 persona