Dopo il successo di Il pianista di Yarmouk, Aeham Ahmad torna a raccontare la sua Siria attraverso le storie di chi là si trova ancora. Scritto nel 2020, arriva ora in Italia per i tipi de La Nave di Teseo, la c.e. di Elisabetta Sgarbi. Il libro offre uno sguardo poetico e disarmante sulle vite degli altri, così lontane eppure così simili alle nostre. Ahmad torna nella città in cui è cresciuto per narrare il destino di quelli che sono rimasti indietro e che, al contrario suo, non hanno potuto ricominciare lontano da un Paese che, a più di undici anni dall’inizio della rivolta contro Bashar al Assad, è prigioniero di una guerra di cui non si vede la parola fine. Grazie alla voce di un tassista che percorre tutti i giorni le strade di Damasco, Ahmad racconta le strade della sua città, i palazzi cancellati dalla guerra, la battaglia quotidiana per il cibo e il carburante, la sfida di rimanere vivi.
Taxi Damasco. Storie, incontri, speranze di un popolo in guerra, di Aeham Ahmad, La Nave di Teseo 2022, traduzione di Francesca Gabelli, pagg. 240
La corsa di oggi mi dimostra con efficacia e una volta di più quanto talvolta sia varia la vita della gente di Damasco. Da un lato ci sono interi quartieri in cui non sembra che sia cambiato molto. La gente conduce una vita bella e normale. All’apparenza tutto segue il suo corso abituale. Dall’altro, in alcuni casi solo poche centinaia di metri più avanti, la guerra ha imperversato in modo terribile e lasciato deserti al posto di strade e case. In questi quartieri distrutti regna spesso la fame e un’indicibile miseria. E qua e là mi capita di incontrare tanti ragazzi di strada che stentano a sopravvivere. Li ho chiamati “i senza nome”. Non si riesce quasi a credere che tali enormi differenze siano così vicine le une alle altre. Ma io le vedo quasi ogni giorno.
Vi segnalo questo Articolo di Repubblica.

Il pianista di Yarmouk, La Nave di Teseo 2018, traduzione di Lucia Ferrantini, pagg. 348
Un giovane suona il pianoforte in mezzo a una strada bombardata. Suona per i suoi vicini, soprattutto per i bambini, per distrarli dalle atrocità della guerra: un’immagine che ha fatto il giro del mondo diventando un simbolo della catastrofe in Siria, ma anche dell’inestinguibile volontà dell’uomo di opporsi in ogni modo alla distruzione. Il suono di quello strumento ha raggiunto e commosso milioni di persone nel mondo su YouTube. Ora Aeham Ahmad racconta la propria storia: l’infanzia in una Siria ancora in pace, l’inizio delle rivolte preludio di una guerra terribile, la fuga per la stessa via battuta da migliaia di disperati. Un lungo e pericoloso viaggio via terra, la drammatica traversata del Mediterraneo, le insidie della rotta balcanica. Fino alla nuova vita in Germania, dove ha realizzato il suo sogno di artista e si esibisce nelle più importanti sale concerti, ma è costretto a vivere lontano dalla sua famiglia rimasta in Siria. Allora come oggi, è la musica che gli ha salvato la vita a dargli conforto e infondergli coraggio.
La storia vera, raccontata in prima persona, di un pianista che ha sfidato le bombe e i terroristi in nome della sua musica, un caso mondiale, una commovente testimonianza di resistenza e fede nell’arte.

Aeham Ahmad, nato nel 1988 a Damasco, appartiene alla minoranza palestinese in Siria e ha vissuto nel campo rifugiati di Yarmouk con la sua famiglia. Ha iniziato a studiare il piano a 5 anni e ha continuato gli studi a Damasco e a Homs. Nel 2015 ha dovuto lasciare il suo paese e si è trasferito in Germania. Oggi vive con la sua famiglia a Wiesbaden e tiene numerosi concerti nel mondo. Nel dicembre 2015 ha ricevuto l’International Beethoven Prize for Human Rights.
Splendidi tutti e due!
Grazie! 🌹
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aiutano a capire
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Si!
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