Sul Ponte di Castel Sant’Angelo a Roma c’è un giovane profugo che dorme in strada. E’ la nuova opera, una scultura in marmo a dimensioni naturali, che il celebre street artist Jago ha installato la notte scorsa.
S’intitola In Flagella Paratus Sum – Sono pronto al flagello. La scultura dopo un mese in mare e dopo essere stato messo al centro dello Stadio olimpico come per un abbraccio, prosegue il suo viaggio sul selciato del ponte tra gli sguardi dei santi lapidei del Bernini e da oggi delle centinaia di turisti che vi transitano.
Il luogo, scenografico, non è casuale: il giovane rifugiato senza casa e in cerca di futuro è nel crocevia tra la Basilica di San Pietro e l’antica prigione di Castel Sant’Angelo. L’opera sarà venduta all’asta e il ricavato tutto verrà donato ad una associazione che aiuta i profughi. E ha una base d’asta di 1,250 milione di euro.
Jacopo Cardillo in arte Jago, nato a Frosinone 35 anni fa (per la cronaca, un millennial, con buona pace di chi li critica), è ormai uno scultore di fama: giusto un mese fa si è chiusa a Palazzo Bonaparte a Roma una prima grande mostra dedicata all’artista, scoperto dalla storica dell’arte Maria Teresa Benedetti e che partecipò alla Biennale di Venezia a soli 24 anni, selezionato da Vittorio Sgarbi. (fonte ANSA).

Molto interessante quel che hai scritto, Pina🌹, sia per quanto attiene alla statua sia per i cenni biografici dell’artista. Una bella iniziativa culturale e umanitaria. Grazie di questo articolo. 🙏
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Mi ha molto colpito; mi sembra un segno che l’arte possa smuovere le coscienze. Ciao Marcello, buona domenica
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Hai detto bene: l’arte può muovere le coscienze. Grazie della risposta, Pina 🌹. Buona domenica anche te 🌹
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❤
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Ciao Pina, sono andata a vederlo questa sera, e devo dire che mi ha commosso. Intorno alla scultura c’era silenzio e un’aria di rispetto. Non c’era calca, la gente passava, osservava e, in silenzio, andava via. Qualcuno la osservava più da vicino, scattando qualche foto, altri si fermavano un po’ distanti pensierosi, continuando ad osservare l’opera alla luce soffusa del ponte. E’ un’arte che non lascia indifferenti. Spero che il messaggio arrivi veramente nel pensiero profondo di tanti esseri umani…
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Grazie per questa testimonianza così vibrante 🙏
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🌹
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Opera interessante. Ironicamente si potrebbe dire che forse questo indica una soluzione all’annoso “problema” (come se gli esseri umani potessero essere un problema) dei profughi: esponiamoli nei musei. Chissà che chi propone di cannoneggiarli in mezzo al mare o di rispedirli nei lager libici non cambi idea, pensando alle migliaia di biglietti che si potrebbero staccare, soprattutto con una pubblicità della Ferragni…
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e poi eventi da organizzare, sfilate, cooking show etnici…
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Gli stranieri ci piacciono solo quando cucinano i cibi che mettiamo su Instagram.
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Un’opera con un bel significato che manda il suo messaggio in modo molto particolare. Decisamente suggestiva ❤️
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Vero, è di forte impatto, specialmente in quella collocazione. Credo sia in corso la mostra a Roma.
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