È lo scrittore bulgaro Georgi Gospodinov con Time Shelter il vincitore dell’International Booker Prize 2023. Il romanzo, tradotto in inglese da Angela Rodel per Weidenfeld & Nicolson, si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento britannico dedicato a romanzi scritti in qualsiasi lingua, tradotti in inglese e usciti nel Regno Unito o in Irlanda. Un premio che Gospodinov — primo autore in lingua bulgara a riceverlo — condivide con la traduttrice Angela Rodel.
Il romanzo vincitore è uscito in Italia per Voland con il titolo Cronorifugio nella traduzione di Giuseppe Dell’Agata e nel 2021 aveva vinto lo Strega Europeo. Un affresco fantastico nel quale Gospodinov, considerato il maggiore autore bulgaro vivente, immagina l’esistenza di cliniche del passato, speciali edifici in cui ogni piano riproduce nei dettagli un decennio del secolo scorso, a «beneficio dei malati di Alzheimer e di chiunque abbia perso la memoria o fatichi a fare i conti col presente» (come ha scritto Vanni Santoni nella recensione pubblicata su «la Lettura» #499 del 20 giugno 2021). «Volevo scrivere un romanzo sui mostri del passato», ha dichiarato l’autore.

La nostra recensione:
Cronorifugio è un libro visionario uscito dalla mirabile penna di Georgi Gospodinov – già apprezzato autore di Fisica della malinconia – che costruisce uno scenario distopico per raccontarci con la consueta ironia ed un estro incontenibile, cosa potrebbe accadere se nel mondo dilagasse una nuova pandemia: una “demenza globale”, cioè la perdita di memoria e il conseguente bisogno di crearsi un passato. (..) È il nostro passato a sopravvivere a noi stessi, la memoria di noi è ciò che rimarrà quando non esisteremo più. “Siamo fabbriche di passato“. (continua…)
Il libro di Georgi Gospodinov è stato scelto dalla giuria guidata dalla scrittrice franco-marocchina Leïla Slimani, tra i sei romanzi finalisti. Questi gli altri romanzi finalisti:
Boulder (And Other Stories) di Eva Baltasar (in Italia è uscito da Nottetempo con lo stesso titolo), tradotto da Julia Sanches dal catalano — altra lingua che come il bulgaro non era mai stata finalista del Booker —
The Gospel According to the New World (World Editions) di Maryse Condé, tradotto dal francese da Richard Philcox, uscito per Giunti come Il vangelo del nuovo mondo
Whale (Europa Editions) di Cheon Myeong-kwan, tradotto dal coreano da Chi-Young Kim (in arrivo a ottobre per e/o)
Standing Heavy (MacLehose) di GauZ’, tradotto dal francese da Frank Wynne, uscito per Elliot come Posti in piedi
Still Born (Fitzcarraldo) di Guadalupe Nettel, tradotto dallo spagnolo da Rosalind Harvey, pubblicato da La Nuova Frontiera come La figlia unica (qui la nostra recensione).

Grazie Pina.
Guardando la lista dei finalisti e le traduzioni italiane risalta l’importante lavoro svolto dalle nostre case editrici medio/piccole, specializzate in determinate aree geografiche. Voland, Nottetempo, Elliot, i tipi bravissimi di La nuova frontiera e, devo dire, le scelte interessanti di e/o. Conosco poco il catalogo di quest’ultima ma negli ultimi mesi mi ha portato in giro per il mondo facendomi esplorare paesi di cui non sapevo granché.
Ti auguro un piacevole weekend (anche di letture).
Barbara
"Mi piace"Piace a 1 persona
Hai proprio ragione Barbara, le piccole/medie c.e. guardano molto verso l’estero, esplorano e spesso investono su autori/opere che si rivelano importanti. Un altro caso è quello di 21lettere, c.e. giovanissima ma attenta; ha portato in Italia lo scrittore Mikhail Shishkin, pubblicando “Punto di fuga” che guarda caso è stato anche lui vincitore dello Strega europeo.
E poi Keller, Iperborea, Bottega errante… e tra l’altro tutti si avvalgono di bravissimi professionisti della traduzione
per fortuna! così possiamo leggere tanti libri importanti…
"Mi piace""Mi piace"