Una storia, come un uccello della montagna, può portare un nome al di là delle nuvole, persino al di là del
tempo. Fu Willie Maugham a dirmelo, molti anni fa.

La casa delle mille porte, di Tan Twan Eng, Neri Pozza editore 2023, traduzione di Daria Restan, pp. 336

Il romanzo di Tan Twan Eng porta i lettori nei mari del sud, in Malesia, al tramonto dell’Impero britannico, per mettere in scena un frammento di storia personale e universale; un romanzo coinvolgente e stratificato, che si sviluppa attraverso una gamma di modalità e temi diversi. Temi come il patriarcato, la politica coloniale, le relazioni amorose illecite, la memoria, la perdita (esperita o temuta), le divergenze culturali, il tabù dell’omosessualità nella società dell’epoca. Il romanzo è nella longlist del Booker Prize.

Lungo il racconto personale dei due protagonisti principali, Lesley e William (uno reale, l’altra di finzione), emergono i segreti che si nascondono nelle famiglie apparentemente felici, ma anche, attraverso una vicenda emblematica, le conseguenze nefaste che le ottuse regole sociali possono provocare, attraverso un dramma giudiziario (basato su eventi reali, che ha ispirato anche il racconto di Maugham La Lettera).

La copertina del libro mostra Bette Davis nel film Ombre malesi (1940), di William Wyler, con Bette Davis e Herbert Marshall.

Incorniciata da un prologo ed un epilogo datati 1947, la trama si sviluppa a Penang nel 1921, ma, attraverso i flash back e i ricordi della protagonista Lesley, si riavvolge fino agli anni Dieci del secolo. La società è quella dei cittadini britannici sull’isola, con le regole e le gerarchie sociali, le consuetudini e la vita mondana come unico diversivo ad una esistenza che appare piuttosto chiusa e noiosa. Naturalmente condita con le usanze di chi è abituato a considerarsi un colonizzatore. L’isola malese, infatti, era stato il primo avamposto della Gran Bretagna nell’Asia sudorientale e la capitale degli Stabilimenti dello Stretto.

Lesley Hamlyn appartiene a questa società; sebbene la sua sia stata una scalata sociale (era un’insegnante), ora è sposata con Robert, un avvocato molto affermato, diciotto anni più grande di lei; hanno due figli piccoli. Il loro è un matrimonio educato e senza passione, gravato ma anche sostenuto da profondi silenzi e segreti a lungo custoditi, in cui i due mantengono i loro spazi vitali ben protetti e separati.

Nella loro residenza, Cassowary House, un miglio fuori George Town, gli Hamlyn conducono la classica vita di società: ricevono una varietà di ospiti, tra cui attori, cantanti, parlamentari e membri dell’aristocrazia, in un valzer di serate, di inviti, e di pettegolezzi. L’ospite più illustre che giunge da loro è un vecchio amico di Robert, conosciuto durante la guerra, e nel frattempo divenuto un famoso ed acclamato scrittore, William Somerset Maugham; Willie, come viene amichevolmente chiamato da tutti, giunge a Penang dopo lunghi viaggi nel sud est asiatico, alla ricerca di stimoli per le sue opere.
La sua presenza si rivela come una specie di punto di non ritorno nella vita della coppia, al tempo stesso eccitante e destabilizzante, grazie anche alla presenza del suo trasgressivo segretario e amante segreto Gerald Haxton.

La narrazione di Tan mantiene un perfetto equilibrio tra il racconto in prima persona di Lesley e quello in terza persona che segue le vicende di Maugham.

Quando arriva a Penang dagli Hamlyn, Maugham è alle prese con diversi nodi della sua vita: il ricordo di un’infanzia travagliata, la balbuzie, la frattura del suo matrimonio di convenienza con Syrie, la sua recente malattia, la scoperta – appena arrivato – di aver perso tutti i suoi soldi a causa di un investimento in una società di intermediazione di New York che è fallita. Sull’orlo della bancarotta, Willie è turbato dall’improvvisa perdita della sicurezza economica, che minaccia il suo tenore di vita e i viaggi, ma soprattutto gli fa temere di perdere Gerald.

Lesley, intuisce fin da subito il legame tra Willie e Gerald e ne rimane dapprima turbata, al punto di condannare non tanto la relazione omosessuale, ma il finto matrimonio con Syrie, un paravento che secondo lei porta infelicità a tutti. Quando Willie si apre con lei chiarendo che, dopo quanto accaduto a Oscar Wilde, chiunque non può fare altro che nascondersi, Lesley gli concede la sua riluttante comprensione, intuendo che questa confidenza apre la strada ad un livello più intimo della loro amicizia.

Tra Lesley e Willie si apre un canale di comunicazione che li spinge a confidarsi e la donna si rende conto che con Maugham può aprirsi, come non può fare con suo marito. Dunque Lesley racconta a Willie il caso giudiziario che ha coinvolto, dieci anni prima, la sua amica sposata Ethel Proudlock che fu arrestata e condannata per l’omicidio di un inglese. Una vicenda tragica, che segna emotivamente Lesley, già messa a dura prova da una rivelazione che riguarda la sua vita matrimoniale, mettendo in luce la morale comune dell’epoca.

Lesley parla molto a Willie del dottor Sun Yat Sen, un rivoluzionario cinese che sognava di rovesciare l’imperatore e fondare una repubblica in Cina che era venuto a Penang per fare proselitismo e raccogliere fondi per la causa. “Raccoglieva fondi per la Tongmenghui, il suo partito. Ha organizzato la sua rivoluzione mentre stava qui“, rivela a Willie. Emerge quindi l’impegno che Lesley aveva profuso con il rivoluzionario cinese e i suoi collaboratori, in particolare con Arthur. Lesley, sollecitata dai loro racconti, ne aveva discusso con Robert, e aveva poi letto diversi libri per formarsi una sua opinione. Willie trova i libri in biblioteca e ne è sorpreso e incuriosito. Vorrebbe approfondire con Lesley:

La rivolta dei Taiping. Sul frontespizio si leggeva il nome di Lesley, e una data: 30 maggio 1910. Scelse a caso altri libri sulla Cina: rivolta dei Taiping, guerre dell’oppio, ribellione dei Boxer. Su ognuno spiccava il nome di lei,vergato in una grafia precisa ed elegante. Tutti erano datati aprile 1910.

Pag. 51

Sun Yat-sen non è un personaggio di finzione; è stato realmente un politico cinese. È considerato il padre della Cina moderna e uno dei più importanti rivoluzionari cinesi, fondatore del partito Kuomintang, tra i primi a proporre il rovesciamento dell’Impero cinese e a considerare il problema della democrazia. Ma il punto di vista di Lesley rimane comunque quello della memsahib, la moglie alto-borghese coloniale bianca, e, nonostante si butti nell’attivismo sociale, la sua visione degli eventi è parziale. Lesley deve fare i conti con tutti i privilegi della sua condizione, seppure sia avvantaggiata dalla conoscenza e il rispetto favoriti dalla sua educazione locale. Sebbene Tan – nato a Penang di discendenza cinese dello Stretto – scriva deliberatamente con la voce dell’oppressore, lo fa con molta cura, consapevole dei limiti del linguaggio e della visione del mondo dei suoi personaggi.

Alcuni dei pettegolezzi che Maugham raccolse durante il suo soggiorno dagli Hamlyn finirono nella sua raccolta di racconti The Casuarina Tree (1926), – libro che viene più volte citato nel romanzo – con grande costernazione della società britannica residente nella Federazione degli Stati malesi, ma che lo aiutò a rimettere in sesto le sue finanze. Del resto, il segreto per trovare buone storie, come spiega Willie a Robert, sta nel viaggiare molto e nel conquistare la fiducia della gente. «Perché mai qualcuno dovrebbe rivelare le cose vergognose che ha fatto a te, un perfetto sconosciuto?», gli chiede Robert. «Per il bisogno di confessare, ovviamente.», gli risponde Willie. Ne segue un botta e risposta in cui, alla fine, troviamo espresso l’approccio di Maugham alla costruzione delle storie e al ruolo dello scrittore:

«Nessuno rilascia mai una confessione completa. Si confessa soltanto quel che serve per scagionarsi. Sapessi quante volte l’ho visto, in tribunale. I testimoni modificano i ricordi di ciò che hanno detto e fatto; ricreano la dinamica degli eventi. Lo facciamo tutti: giochiamo con la verità, la plasmiamo nella forma che restituisce al mondo l’immagine migliore di noi». Posò il viso sulle sue dita intrecciate. «Ne potrai cogliere soltanto un aspetto. Non potrai mai avere accesso a tutta la verità, a tutta la storia».
«Nessuno può, Robert. Ciò che riusciremo a ottenere sarà sempre il quadro incompleto» disse Willie. «Il compito dello scrittore è riempire gli spazi vuoti. E decidere il finale».

Pag. 75

Tan restituisce dunque un ritratto preciso e dettagliato dello scrittore, narrando le sue vicende familiari e personali attraverso la lente della lontananza da casa e da un matrimonio disastroso, i suoi viaggi nel sud est asiatico e le sue riflessioni sulla scrittura. Vediamo Maugham anche attraverso gli occhi di Lesley, dapprima prudente e fredda, se non critica, nei suoi confronti, poi in progressivo avvicinamento, grazie ai loro colloqui e alla connotazione confidenziale della loro relazione. Particolarmente suggestivo il racconto di una serata particolare in cui, al buio, si ritrovano sulla spiaggia davanti alla casa degli Hamlyn, ed entrano in acqua nudi, immersi in un mare fluorescente:

Mi sdraiai sulla schiena e mi lasciai sostenere dal mare piatto e luminoso. Dopo un momento, lui mi seguí.
Quella notte, fianco a fianco, ci siamo lasciati trasportare tra galassie di stelle marine, mentre lontano, lontano sopra di noi, gli asterischi di luce segnavano le note a piè di pagina dell’eternità.

Pag. 296

Del romanzo colpisce l’abilità dell’autore di mettere perfettamente a fuoco i due personaggi, Lesley e Willie, lavorando sulle loro contraddizioni, sui sentimenti, spesso contrastanti, sulle debolezze e sulla loro capacità di rimanere a galla nonostante i rovesci, reali ed emotivi, che incidono sulle loro esistenze. Meravigliose sono le descrizioni di Penang: Lesley è nata a Penang e ama la Malesia, il clima, il mare, i colori, la cucina; è sensibile alle tradizioni locali, non tanto quelle occidentali, quanto quelle dei nativi, si era anche comprata un abito tradizionale che amava indossare, e tutto questo è palpabile nel suo sguardo, nelle sue malinconie, nel dolore di dovere lasciare Penang.

Spesso, nella narrazione, l’autore fa emergere pensieri ed emozioni, come nel suo parlare delle tipiche shophouses (case tipiche del sud est asiatico – specialmente Malesia e Singapore – su tre piani e sempre coloratissime. Generalmente il piano terra era adibito all’attività commerciale e gli altri piani erano riservati alla vita familiare):

Nelle shophouses di Penang c’era qualcosa di poetico e bellissimo, almeno per me. Quando Robert era al fronte,
quante mattine avevo passato con cavalletto e sgabello a un angolo di strada a ritrarle in disegni e acquerelli.
Costruite all’inizio del diciottesimo secolo, fondevano elementi architettonici della Cina meridionale ad altri indiani.

Pag. 46

Proprio in una casa vicina a queste abitazioni, Lesley si trova in intimità con un membro dello staff del rivoluzionario: la casa delle porte, dove stanze e corridoi sono riempiti di porte appese al soffitto, che fluttuano creando un effetto ipnotico. Tante porte “ciascuna delle quali ruota lentamente nell’aria, come i silenziosi ingranaggi di un grande orologio.” È questo uno dei ricordi che Lesley porterà sempre nel suo cuore, anche quando sarà costretta a lasciare Penang per trasferirsi in Sudafrica, a causa delle condizioni di salute del marito.

Io ero figlia dell’equatore, nata sotto cieli monsonici; sentivo la mancanza dell’umidità soffocante di Penang, dei vecchi e maestosi alberi di angsana che ombreggiavano le strade, dei verdi e dei turchesi e dei grigi di quel mare camaleonte.

Pag. 322

Nel racconto della vicenda giudiziaria dell’amica Ethel emerge il legame tra le due donne; un legame che vorrebbe traghettarle oltre le convenzioni sociali che le vorrebbero moglie fedeli, anche quando tradite, e pronte a sacrificare tutto per i mariti e le famiglie, anche quando messe di fronte a verità scottanti. Lesley è l’unica a capire e giustificare Ethel, rispecchiandosi in lei e nelle sue motivazioni. Sentimenti che riesce a condividere solo con lo scrittore Willie Maugham, pur temendo che egli ne possa fare la trama di un romanzo o di un racconto, mettendo così a repentaglio il suo matrimonio e la sua vita sociale.

È vero, ho tradito la mia amica, ma cosí facendo ho impedito che venisse cancellata dalla storia. Mi rifiuto
di sentirmi in colpa. Grazie al racconto di Willie, Ethel Proudlock non verrà mai dimenticata e, nel mio piccolo,
nemmeno io.

Pag. 331

Se ripensiamo al romanzo, nella sua interezza, e poi puntiamo lo sguardo singolarmente sui protagonisti che si incontrano nel suo svolgimento, ci rendiamo conto che tutto sembra ruotare attorno all’amore. Willie, Lesley, Robert, Sun Yat-sen, Arthur, per ognuno di loro l’amore non è mai una cosa semplice da trovare e realizzare, ed è ancora più impegnativo rimanervi aggrappati. Sembra che nessuno di loro possa amare chi vorrebbe, nemmeno chi dovrebbe, ma i legami che riescono a creare sono abbastanza forti da oltrepassare i confini del tempo, della legge e della cultura.

Qui potete leggere l’incipit del romanzo.

video recensione
Tan Twan Eng. Photograph: Lloyd Smith/Lloyd Smith/Writer Pictures; appeared on The Guardian

Tan Twan Eng è nato a Penang, in Malesia, e vive tra il suo paese e il Sudafrica. Ha studiato legge alla University of London, e lavorato nei piú importanti studi legali di Kuala Lumpur. Il suo primo romanzo, La donna venuta dalla pioggia, è stato selezionato nella longlist del Booker Prize nel 2007, e il successivo Il giardino delle nebbie notturne nella shortlist del Booker Prize 2012, oltre ad aver vinto il Man Asia Literary Prize 2012 e il Walter Scott Prize for Historical Fiction nel 2013. Sempre nel 2013 dal libro è stato tratto un film pluripremiato, diretto da Tom Lin Shu-Yu.

Credits: nella composizione di copertina, Colonial Penang Museum