
Nella seconda metà del XIX secolo, tra i tavoli del caffè Michelangiolo a Firenze, attorno alla figura del critico Diego Martelli, i Macchiaioli, un gruppo di pittori tra le cui fila non militano soltanto esponenti toscani ma anche artisti provenienti da svariate città italiane da Venezia a Napoli, danno vita a un movimento che si oppone alle convenzioni accademiche.

Chi sono veramente i Macchiaioli il cui nome è intraducibile in lingua francese? Il nome “macchiaioli”, usato per la prima volta in senso dispregiativo in un articolo sulla Gazzetta del Popolo del 1862 in cui i pittori toscani sono accusati di ridurre il quadro a un semplice abbozzo, fu successivamente adottato dal gruppo stesso. Questi artisti, rompendo con il classicismo e il romanticismo imperanti e rinnovando così la cultura pittorica italiana, donano alla stessa un nuovo respiro.

La Macchia è stata la stagione più scapigliata della pittura italiana, sviluppatasi in un periodo di profondi cambiamenti sociali e politici, a cavallo dell’Unità d’Italia, e che ha toccato il suo fulgore alla metà degli anni Sessanta dell’Ottocento, gli anni di Firenze Capitale, del Caffè Michelangelo, della “Scuola di Piagentina”. La tecnica pittorica utilizzata dai Macchiaioli si basava sui forti contrasti di ombra e luce ottenuti non solo con il disegno e il chiaroscuro, ma anche con l’accostamento di toni diversi di colore; propugnavano un antiaccademico rifiuto del disegno e della forma in favore di una pittura che riproducesse “l’impressione dal vero” (Fattori). Alla rivoluzione tecnica si affiancava una nuova tematica che, abbandonando la retorica dei quadri storici e mitologici, si mostrava attenta anche alla realtà sociale.

Tra di loro amo particolarmente Silvestro Lega (in copertina Il pergolato), Telemaco Signorini e Giovanni Fattori (di lui ho già scritto in un altro post).
Alcuni link per approfondire i profili degli artisti:
http://www.nove.firenze.it/silvestro-lega-macchiaiolo-appassionato-e-solitario.htm
http://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/telemaco_signorini.htm
Voglio qui ricordare un post macchiaiolo di famiglia, che fu prozio di mio marito, Renato Natali, che ancora “macchia” molto piacevolmente alcune pareti della mia cosa. I suoi tramonti che sfidano le regole, imitano con amore il furore astratto dei tramonti di Livorno.
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Ciao Silvia, grazie per questo ricordo. Sono andata a vedere le sue opere e mi ha conquistata. Gli dedicherò un post 👍👍👍
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Ciao! Questo tuo progetto mi rende felice e farà particolarmente felice mio marito, che l’ha conosciuto bene e l’ha visto all’opera! Grazie, a presto!
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