Per rimanere in ambito Prix Goncourt, vi segnalo il romanzo vincitore della scorsa edizione. Premetto che non l’ho ancora letto, ma mi hanno molto colpito le recensioni che ho trovato in rete, poiché il romanzo tratta dei temi sociali che, anche se l’ambientazione è francese, possono essere emblematici di molte altre realtà, compresa la provincia ex industriale italiana.

Mathieu figli copertinaE i figli dopo di loro, di Nicolas Mathieu, Marsilio editore 2019, traduzione di Margherita Botto, pagg. 477

E i figli dopo di loro” è insieme un romanzo di formazione, un ritratto generazionale e una disincantata visione della provincia marginale francese. Ambientato nell’est della Francia, parla di un tessuto sociale che si è lasciato alle spalle un passato prospero dato dall’industrializzazione, e che deve fare i conti con fabbriche dismesse, disoccupazione, depressione e dipendenze da alcol e droghe. Uno scenario in cui la crisi dei rapporti interpersonali mina la stabilità delle famiglie, e, di concerto, della società.

Protagonisti sono tre ragazzini – Anthony, Hacine e Stephanie – i cui destini si incrociano durante un’estate. Tre adolescenti con storie diverse alle spalle, alle prese con le difficoltà familiari e personali di un’età che già di per sé contiene molti inciampi. Lo sguardo ancora acerbo e innocente dei tre protagonisti mostra al lettore le disfunzioni di una società in crisi – economica, esistenziale -, incapace di trovare una via di fuga e di trasmettere dei valori alle nuove generazioni che, a caro prezzo, devono provare a costruire una loro personale via di fuga da uno sfacelo che si ritrovano come amara eredità sulle spalle.

Sinossi:

Lorena, agosto 1992. Anthony ha quattordici anni, le spalle larghe e una palpebra semichiusa che gli dà sempre un’aria imbronciata. Stéphanie è la più bella della scuola, ma nella valle dimenticata da Dio in cui è cresciuta l’avvenenza serve a poco. Hacine è un po’ più grande, ama le moto (soprattutto quelle prese agli altri) ed è ormai rassegnato all’idea di deludere il padre, arrivato in Francia dal Marocco sognando l’integrazione. L’estate in cui i tre ragazzi si incontrano è quella del primo bacio, delle prime canne, dei Nirvana nelle orecchie e delle corse in Bmx intorno al lago, della noia che si mescola alla rabbia e al desiderio di fuggire. Ma è anche un’estate torrida, in cui il vento caldo della globalizzazione ha già spazzato via buona parte dei posti di lavoro della regione lasciando le famiglie sul lastrico, impreparate ad affrontare la chiusura delle fabbriche e a immaginare un futuro diverso per sé e i propri figli. Di questo piccolo mondo periferico Nicolas Mathieu racconta dolori e gioie, speranze e miserie, dando forma a un affresco sociale umanissimo e insieme feroce. L’adolescenza di Anthony, Stéphanie e Hacine diventa per lui una lente straordinaria con cui guardare a un’Europa di provincia, alle sue illusioni di benessere bruciate nei falò estivi, alla sua innocenza perduta. Un’Europa che è anche la nostra.

mathieu-nicolas

 

Nicolas Mathieu è nato a Épinal, nella regione dei Vosgi, nel 1978 e oggi vive a Nancy. Ha esordito nel 2014 con il noir “Aux animaux la guerre”, da cui è stata tratta una serie tv. “E i figli dopo di loro”, suo secondo romanzo, accolto con entusiasmo da critica e pubblico, ha vinto nel 2018 numerosi riconoscimenti letterari, tra i quali il Prix Goncourt, ed è in corso di traduzione in venti paesi.

 

 

Vi segnalo alcune letture per approfondire l’analisi di questa opera:

L’articolo di Gianni Montieri su “minima&moralia

L’articolo/intervista di Guido Caldiron su “il manifesto”

La recensione di M. Cristina Nascosi sandri su “Altriitaliani”