Cominciare l’anno all’insegna dell’arte può essere un bel modo di stimolare la curiosità e la creatività. Vediamo allora, per chi abita a Milano o intende venirci magari per un weekend, quali sono le mostre in cartello.
Su questo sito trovate, in modo sintetico ma esaustivo, una panoramica delle mostre in corso a partire da gennaio; sui siti dei musei trovate invece tutte le informazioni di dettaglio, e anche la possibilità di prenotare i biglietti, scegliendo i giorni e gli orari che preferite.
http://www.arte.it/calendario-arte/milano/2020/01/02/
La foto in copertina – scattata dai finestroni del Museo del Novecento -, invece, l’ho ripresa da questo bellissimo articolo:
Dove vedere Milano dall’alto: i 7 punti panoramici più belli
Ho la fortuna di avere una figlia che frequenta il liceo artistico; con lei organizziamo le nostre visite che diventano anche un bel momento per stare insieme e condividere una passione. Per il primo trimestre dell’anno, abbiamo messo in agenda queste:

Emilio Vedova, a Palazzo Reale, dal 6 dicembre 2019 al 9 febbraio 2020
La mostra EMILIO VEDOVA nasce con un progetto e un allestimento che vedono la spettacolare Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale quale luogo espositivo ideale, proponendo una chiave insolita per esprimere il linguaggio artistico del pittore. Per questa mostra, incentrata su due periodi decisivi per l’evoluzione del pensiero pittorico di Vedova (gli anni ’60 e gli anni ’80) sarà realizzato un intervento, progettato dallo studio Alvisi Kirimoto di Roma, che prevede una parete lunga 30 metri e alta 5, circondata da una struttura luminosa indipendente che attraversa diagonalmente il salone, quasi provocandone la severità architettonica, in un “contrasto di situazioni”, come si sarebbe espresso Vedova. In questo contesto lacerato sono esposte, sia a muro che a pavimento, circa 70 opere, alcune delle quali di imponenti dimensioni, tra cui il celebre Absurdes Berliner Tagebuch ’64 che sarà possibile vedere esposto nella sua integrità.
Nel caso di EMILIO VEDOVA, l’intento è di lavorare sulla forte componente scenografica dell’ambiente in cui far emergere, nelle due parti contrapposte, gli aspetti innovativi e radicali del contributo linguistico di Vedova alle vicende dell’arte moderna e contemporanea. Vale a dire porre a confronto i suoi lavori degli anni ‘60, dipinti e sculture, come il ciclo dei Plurimi, con le grandi tele e i Dischi, installati a pavimento, degli anni ‘80. In tale dialogo tra estremi si esplicita il valore fondamentale dell’opera di Emilio Vedova nel contesto dell’arte contemporanea internazionale.
L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900-1918)
Museo del Novecento, dal 3 dicembre 2019 al 8 marzo 2020
L’esposizione, collocata negli Archivi del Novecento al quarto piano del Museo, si concentra sulla rilettura dell’attività artistica e delle vicende biografiche di Adriana Bisi Fabbri (Ferrara 1881 – Travedona Monate 1918) e del marito Giannetto Bisi (Ferrara 1881 – Verona 1919).
Pittrice e caricaturista, Adriana Bisi Fabbri emerge come una figura autonoma del complesso scenario artistico a lei contemporaneo. Autodidatta, incuriosita da ogni tecnica e sperimentazione con cui entrava in contatto, la volontà ferrea di essere considerata un’artista a tutto tondo la guida attraverso un’epoca e un contesto in cui molti riconoscimenti e percorsi formativi erano preclusi alle donne.
Frutto di un’intensa attività di ricerca che ha visto come protagonista il Fondo Bisi Crotti, di proprietà del Museo del Novecento, il percorso espositivo corre lungo tre linee: la biografia di Adriana Bisi Fabbri, la passione che caratterizza il rapporto con il marito Giannetto Bisi che ne sosterrà il percorso artistico per tutta la vita e la fitta rete di relazioni che la coppia ha intessuto con i protagonisti di due decenni di arte italiana del secolo scorso. Dallo studio delle fonti archivistiche è emerso il resoconto di un panorama artistico pulsante di vita, ricco di progetti, iniziative e movimenti di cui Adriana Bisi Fabbri e Giannetto Bisi furono parte integrante.
Oltre duecento opere tra dipinti, disegni, grafiche e materiale documentario costruiscono uno scorcio sulla vita intellettuale di inizio secolo. Arte, giornalismo e avanguardie accompagnano il visitatore in un viaggio che da Ferrara passa per Bergamo e Milano, incontrando personaggi del calibro di Umberto Boccioni, Cesare Laurenti, Ugo Valeri, Eugenio Bajoni ed entrando in contatto con i gruppi d’avanguardia di Torino, Firenze, Venezia e Roma. Il punto di vista di Adriana Bisi Fabbri e del marito Giannetto, catturato nel fitto carteggio inedito della coppia, fornisce una chiave di lettura privilegiata del contesto in cui la coppia si muoveva, intesseva rapporti e relazioni, traeva spunto da suggestioni incontrate e si sviluppava professionalmente e sentimentalmente.
Milano Anni 60. Storia di un decennio irripetibile
Palazzo Morando dal 6 novembre 2019 al 9 febbraio 2020
Spinta dal boom economico, Milano si trovò improvvisamente a vivere un irrefrenabile fermento culturale, caratterizzato da una forza progettuale senza precedenti e dalla voglia di lasciarsi alle spalle in maniera definitiva gli orrori della guerra.
La grande stagione della musica a Milano si inaugura con il concerto di Billie Holiday del 1958 allo Smeraldo e proseguirà felicemente con tutti i grandi del Jazz da Duke Ellington a Thelonius Monk fino a Chet Baker e Gerry Mulligan che a Milano erano di casa. Anche la musica leggera conosce un periodo d’oro con il concerto dei Beatles al Vigorelli del 1965 e dei Rolling Stones al Palalido del 1967, che suggellano il ruolo di Milano come città moderna e pronta ad accogliere i più grandi protagonisti della musica pop e rock d’oltremanica e d’oltreoceano.
Sono anni di grande fervore artistico con l’opera di Lucio Fontana e Piero Manzoni, di pietre miliari del design italiano quali Marco Zanuso, Bruno Munari, Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Bob Noorda e di grandi esponenti della fotografia quali Roberto Polillo, Carlo Orsi, Uliano Lucas, Gianni Greguoli, Fedele Toscani, Fabrizio Garghetti, Giorgio Lotti, Emilio Frisia, Cesare Colombo, Ernesto Fantozzi, Paolo Monti, Silvestre Loconsolo, Piero Raffaelli, di intensa vita notturna dei locali del jazz con Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. Questi sono solo alcuni dei protagonisti della scena milanese che contribuirono all’incanto di quel decennio.
Un sogno da cui la città si svegliò bruscamente, il 12 dicembre 1969, con l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana.
Il percorso espositivo, diviso in sezioni, si apre con le immagini della nuova Milano, il cui volto si modifica grazie alle nuove costruzioni, come il Pirellone, la Torre Velasca, la Torre dei servizi tecnici comunali, il Centro direzionale, la Torre Galfa ma anche la nascita dei quartieri periferici, tra i quali spiccano Quarto Oggiaro, Olmi, Gallaratese, Gratosoglio, Comasina, quest’ultimo iniziato nel 1953 e ultimato nel 1960, il più importante intervento edilizio in quegli anni in Italia con i suoi 11.000 vani e 83 palazzi.
Fotografie e riviste dell’epoca documentano il boom economico, con la realizzazione delle tangenziali milanesi, del tratto Milano-Piacenza dell’autostrada A1, infrastrutture che portarono una più rapida circolazione delle merci con una maggiore crescita delle aziende; celebri nomi della grafica pubblicitaria furono chiamati a ripensare i brand delle nuove e rinnovate realtà aziendali, a partire dal fondamentale progetto di Franco Albini e Bob Noorda per la Metropolitana Milanese.
Numerosi sono gli oggetti che aiutano a rievocare la grande stagione del design, con maestri del calibro di Bruno Munari, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Enzo Mari, Achille Castiglioni, Sambonet, Joe Colombo, Gio Ponti. Si racconta la storia delle aziende milanesi coinvolte in questa clamorosa stagione. Tra tutte Brionvega, Cassina, Zanotta, Kartell, Tecno, Fontana Arte, Artemide, Flos, Arflex e Danese.
Anche il mondo della cultura, delle gallerie d’arte e del cabaret visse un periodo di grande spolvero. E naturalmente la musica, in particolare il jazz, che trovò casa in numerosi club sparsi per la città, come la Taverna Mexico, dove si esibirono i migliori esponenti di questo genere.
Già alla fine degli anni Cinquanta, Milano divenne anche un luogo apprezzato dove organizzare concerti memorabili, come quelli di Billie Holiday allo Smeraldo, dei Beatles al Vigorelli, dei Rolling Stones al Palalido, di Jimi Hendrix al Piper, ma fu anche il palcoscenico che vide affermarsi artisti quali Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Patty Pravo.
La fine degli anni 60 segnò poi la nascita della contestazione, dalle rivolte studentesche negli atenei, sfociate nelle occupazioni della Statale e della Cattolica, ai picchetti nelle fabbriche e agli scioperi.
Chiude la mostra la sezione dedicata a piazza Fontana e alla fine del sogno, con le fotografie della strage e dei funerali, accompagnate da documenti e alcuni oggetti legati a questo tragico avvenimento alla cui ricerca e selezione, presso gli archivi della Polizia di Stato e non solo, ha collaborato la Questura di Milano.
Ma quanta bella “roba” da vedere. Grazie Pina 👏👏👏
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Si, troppa!!! ci vorrebbe un patrocinio…..
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Sì…
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Vi divertirete sicuramente! Bella quella sugli Anni ’60.
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Si, mi incuriosisce molto….
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Penso che ti divertirai ;). P.S. La foto iniziale è davvero stupenda <3.
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In effetti la visita al Museo del 900 regala anche questa splendida prospettiva sul Duomo.
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Ottime scelte
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