Buongiorno cari amici lettori!
Come dicevo nei post precedenti, ci sono davvero tante novità appena pubblicate o in fase di uscita che meritano attenzione. Andando a curiosare tra le proposte delle case editrici, ho trovato ancora altri romanzi che vorrei leggere e che propongo qui alla vostra curiosità.
La famiglia Berg è una saga nata dalla penna di una nuova stella della narrativa svedese, un grande romanzo europeo che attraversa due generazioni, ricco di personaggi i cui percorsi si intrecciano in tempi diversi nella Göteborg di oggi e di ieri, nel mondo dell’arte e dell’editoria. Leggerlo è come entrare in un grande edificio disposto su piani differenti, con una miriade di stanze e porte da aprire e dove sbirciare, un piccolo mondo che non smette mai di incantare.
Alla soglia dei cinquant’anni Martin Berg vive un periodo di profondo smarrimento. È il proprietario e l’editore di una piccola casa editrice indipendente di Göteborg, che sta soffrendo la crisi dell’industria del libro. Diversi anni prima, la moglie di Martin, Cecilia, è sparita all’improvviso dalla vita sua e dei loro figli, senza lasciare alcuna traccia e creando un vuoto enorme. Ora, raggiunta la mezza età e guardandosi indietro, Martin comincia a fare un bilancio. Riflettendo sulla sua vita e sulle scelte del passato, sulle possibilità mancate e su cosa avrebbe potuto essere, si immerge nei ricordi e racconta la Svezia degli anni Settanta e Ottanta, rivivendo i periodi di angoscia adolescenziale, le intense amicizie, le relazioni perse e ritrovate. Ripercorre la stretta amicizia con lo straordinario artista Gustav Becker, l’amore appassionato per la moglie scomparsa, i due figli e, non per ultimo, il manoscritto incompleto che sta scrivendo da sempre e che sembra farsi beffe di lui e dei suoi sogni giovanili. Contemporaneamente Rakel, la figlia ventenne di Martin e Cecilia, si sente fuori posto e irrequieta in una Göteborg che le va stretta. La città si sta preparando per una retrospettiva dell’opera del celebre pittore Gustav Becker e, ovunque la ragazza si giri, vede l’immagine di sua madre, l’enigmatica Cecilia, la musa del geniale artista, riprodotta sui poster della mostra. Rakel vuole capire che cosa sia realmente successo e si rivolge ai vecchi amici della donna cercando risposte. Quando trova un possibile indizio del destino di Cecilia in un manoscritto, il suo mondo cambia per sempre.
Cosa succede quando non si ha più voglia di essere una madre?
Cosa può fare una donna stretta tra gli obblighi familiari e la sua vita di prima?
Michela, detta Ella, ha passato gli ultimi anni a crescere la figlia Ilaria, dedicandosi a lei in ogni momento anche a scapito del suo lavoro di medico e del rapporto con il marito Aurelio. Ella conosce tutte le manie e le ansie di Ilaria, sa quanto è brava a tennis ma anche quanto le è difficile concentrarsi a scuola. Dopo un allenamento, Ilaria si distrae guardando il cellulare, ferma in mezzo alla strada, mentre una macchina avanza veloce verso di lei. Ella non fa niente per avvisarla: rimane immobile a osservare la figlia che, salva per un soffio, se ne accorge. In quell’istante, inevitabilmente, tra loro si rompe qualcosa. Ella così inizia a sfogarsi scrivendo un diario rivolto alla propria madre, morta quindici anni prima: pagina dopo pagina, racconta delle crepe che si allargano fino a incrinare in modo irreversibile i delicati equilibri familiari, si addentra nei propri ricordi per riportare a galla vecchi e nuovi conflitti, rimpianti e sensi di colpa, per trovare infine la forza di affrontare la verità e ricominciare. Viaggio negli equilibri precari di una famiglia all’apparenza perfetta, Quello che non sai è un romanzo sulla maternità e sul timore di non essere mai all’altezza. Attraverso la storia di un distacco necessario, narrata in un crescendo di sentimenti contrastanti, l’autrice inscena il fallimento personale della protagonista cambiando continuamente prospettiva in un gioco psicologico complesso e molto appassionante.
Un libro intenso che affronta un tema tabù con grande abilità e coraggio meditando in maniera profonda sul lato oscuro che è in ognuno di noi e su quello che una donna non confesserebbe mai, neppure a se stessa.
Travolgente, tenera e un pizzico amara, Queenie è la commedia inglese piú cool del momento. Libro dell’anno e debutto dell’anno ai British Book Awards, fenomeno editoriale nel Regno Unito e finalista al Women’s Prize For Fiction e al Costa First Novel Award.
Queenie è l’unica ragazza di colore in un giornale londinese zeppo di gente con la puzza sotto il naso. Cosí, quando il fidanzato bianco la scarica in malo modo, la sua autostima già precaria tracolla del tutto. Per capire che senso dare alla propria vita, dovrà infilarsi in una sfilza di guai e in una relazione più sballata dell’altra. Ma alla fine, tra gruppi WhatsApp di sole donne, liste di irrealizzabili buoni propositi e illuminanti sedute di psicanalisi, persino lei, incasinatissima, esuberante e irresistibile, riuscirà a farcela. Una versione attuale di Bridget Jones.
Un romanzo sull’infanzia e l’innocenza, sulla fantasia e l’immaginazione, sulle emozioni che tengono assieme la realtà. Candidato al Booker Prize, Lanny è stato il maggior romanzo letterario inglese del 2019: Miglior libro per il Guardian, New Statesman, Sunday Times e l’Evening Standard.
«Ci vuole un genio tutto particolare per creare un romanzo così originale e così avvincente» – Mark Haddon, autore de Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
«Un libro bellissimo, ipnotico e inquietante» – Dave Eggers
Un paese non lontano da Londra, case circondate dal bosco e immerse nel costante mormorio della natura. Qui risiedono molte famiglie che si sono trasferite dalla metropoli; e qui vive Lanny, un bambino soave e incantevole, vivace e radioso, che sembra avere con l’ambiente attorno a sé una connessione misteriosa, profonda e felice. Lanny si aggira nel bosco cantando melodie inafferrabili, parla con tutto quello che lo circonda, crea dal nulla linguaggi e visioni, reinventando il mondo ogni giorno. Il padre e la madre lo guardano come un folletto uscito da una fiaba, rapiti dai suoi guizzi continui, il cuore colmo del desiderio di averlo sempre vicino. «Lanny odora di pino e di altre cose belle. Ti prego non crescere tanto da non potermi più dare questi abbracci, mio piccolo mostro geotermico» ripete la madre a se stessa. Un giorno Lanny sparisce nel nulla. Il paese, la polizia, la televisione, la stampa, si uniscono nella ricerca. Il sospetto e l’ansia lacerano la famiglia, si teme sia successo qualcosa di tremendo. Nell’aria e nella terra, tra foglie e radici, si muove una creatura antica: è l’essenza stessa della natura, e guarda le cose e gli uomini nell’eterno flusso del tempo, il tempo che distrugge e rigenera ogni forma di vita, e osserva attratta e incuriosita Lanny, il bambino incantato. Max Porter è uno scrittore di straordinaria libertà creativa, capace di rinnovare storie e linguaggi. Lanny è un romanzo breve e memorabile, ricercatissimo nelle soluzioni linguistiche, unico per la commistione di generi, tra fiaba, poesia, racconto di suspense, elegiaco nel dolore e struggente nella tenerezza. Nelle sue pagine si affronta una sfida: fondere nella magia del linguaggio e della narrazione l’enigma del nostro presente, sospeso tra il passato più remoto e un futuro inaccessibile. In fondo è la condizione dell’infanzia, di ogni bambino come Lanny, in bilico sul baratro della vita che verrà.
Antonella non ha ancora quarant’anni quando da Milano si trasferisce con il marito Claudio e la figlia Teodora in una quieta cittadina del Centro-Sud. Mentre Claudio è impegnato in una difficile scalata professionale, Teodora scopre una nuova totalizzante passione nella ginnastica ritmica e Antonella deve reinventare sé stessa.
Dalla maternità il suo mondo si era ristretto al benessere della bambina, ma adesso la figlia di otto anni è diventata una ginnasta ambiziosa. Teodora assorbe in fretta i dettami di uno sport che per disciplina e pretese sembra avvicinarsi a un’organizzazione paramilitare: diventa intransigente, tirannica, fanatica. Antonella è preoccupata per questa evoluzione, per il rapporto con sua figlia e soprattutto per la sua crescita.
Ma la bambina è un prodigio, viene scelta da una società importante, già si pensa a un futuro in Nazionale. Sarà questo il momento in cui Antonella dovrà compiere la scelta a cui è chiamato ogni genitore: riconoscere che la figlia è un individuo dotato di volontà, autonomia e facoltà di sbagliare o mettere sempre davanti a tutto il proprio istinto di protezione? Alla fine interverrà il caso a ribaltare ancora una volta gli equilibri e i ruoli tra madre e figlia. Teodora si troverà presa in una situazione molto più grande di lei che Antonella proverà a gestire con inedita determinazione.
Al suo esordio, Paola Moretti racconta con una scrittura nitida un legame d’amore in tutta la sua ricchezza e complessità.

Bene, per oggi è tutto. Alla prossima!
Grazie!
"Mi piace"Piace a 1 persona
A te che passi da queste parti!
"Mi piace""Mi piace"
🌹
"Mi piace"Piace a 1 persona