


Sono andata con mia figlia al Mudec di Milano a visitare la mostra dedicata alla creatività nel raccontare storie senza tempo da parte di Walt Disney e di tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione dei vari progetti di animazione. Una mostra che incanta, che riporta indietro al tempo dell’infanzia, in cui tutto è meraviglia e le storie sanno portare la fantasia molto lontano.

L’incanto nasce grazie alla bravura di Disney di raccontare storie attraverso le immagini, di trasferire l’immaginario fantastico del mondo delle favole e del mito in una nuova forma di narrazione, l’animazione. Nei suoi Studios, Disney e i suoi collaboratori hanno creato autentici capolavori che hanno deliziato generazioni di bambini e che sono entrati nel patrimonio culturale globale.

La mostra allestita al Mudec svela il lungo e complesso lavoro di trasposizione necessario per trasformare il materiale attinto da miti e favole dell’antichità così come dei grandi narratori più vicini a noi in personaggi “vivi”, animandoli sullo schermo.

Il percorso espositivo, attraverso centinaia di disegni, schizzi e dipinti, ricostruisce l’affascinante processo creativo seguito dagli studi della Disney per realizzare alcune tra le più importanti pellicole della loro sterminata produzione. Seguendo il percorso ci si imbatte in Biancaneve e i sette nani (1937), Pinocchio (1940), Cenerentola (1950), La spada nella roccia (1963), La Sirenetta (1989), Frozen-Il Regno di Ghiaccio (2013) e Frozen 2-Il segreto di Arendelle (2019), dando testimonianza anche di cortometraggi meno noti ma di estremo interesse, come La lepre e la tartaruga (1935) e Paperino e il diavolo (1938).
L’esposizione si articola seguendo il seguente schema:
MITO – FAVOLE – LEGGENDE – FIABE
Ecco una carrellata di immagini che ho scattato:















































Credo di avervi dato un’idea della mostra ma sappiate che c’è molto di più; e poi ci sono degli schermi dove mostrano come dal primo bozzetto, si passa ai successivi sviluppi, fino all’immagine disegnata e da lì poi l’animazione. Insomma, un’esperienza davvero magica!
E poi … un giro nello store dove non mancano gli oggetti originali!


Sarà una botta di nostalgia, ma devo andarci 🙂
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Sì, con mia figlia abbiamo proprio ripercorso i momenti di stupore e di gioia di quando, lei bambina, li abbiamo visti sullo schermo. Bello e incredibile vedere iil lavoro che c è dietro.
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ci siamo stati io e la piccola Rebecca qualche settimana fa
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È piaciuta a Rebecca? Mia figlia, per la cronaca 23enne, era estasiata.
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Si moltissimo, adesso torneremo per Mondrian 😃ciao Pina
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finisce a febbraio
potrei farci un salto
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È molto piacevole
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Sono felice che tu abbia sottolineato l’importanza dei collaboratori di Disney, che ad un certo punto riconobbe di non essere in grado di garantire gli standard che voleva raggiungere e si assunse il ruolo di direttore d’orchestra… di cui poi s’approfittò grandemente, con comportamenti scorretti e manie di protagonismo che perdurarono parecchio (fino agli anni Settanta, se non vado errato, tutte le storie a fumetti della Disney erano firmate Walt Disney), e di cui ancora oggi si parla raramente visto il potere mostruoso della Disney, che possiede credo l’ottanta per cento dell’industria dell’immaginario (cosa che dovrebbe esserle impedita, a mio modesto parere, pur riconoscendo io l’infinità di belle robe da essa prodotta). Inoltre, spesso ci si dimentica che le fissazioni di Disney rischiarono più volte di portare al collasso la sua stessa azienda.
Ti chiedo scusa, non volevo trasformare il tuo post in un trattato sulla storia della Disney :-), e per farmi perdonare ti dico che mi piace molto il disegno di Elsa ed Anna di Frozen: film che ho adorato perché ha saputo portare al grande pubblico (è il film più visto della storia dell’animazione… dopo il suo seguito) un’idea diversa da quella tradizionale del “film Disney”.
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Invece ti ringrazio per avere messo in evidenza anche il “lato oscuro della forza”, perché aiuta a comprendere bene il complesso meccanismo che non sempre si percepisce dal fuori. Che Walt Disney non fosse uno stinco di santo – per usare un eufemismo – credo sia noto, come è altrettanto facilmente intuibile che dietro tutte queste creazioni non può che esserci una grande squadra, Uno può avere le idee, le intuizioni ma poi non può lavorare da solo, e quindi grazie a tutti i collaboratori che si sono avvicendati per creare tutta questa magia.
sul colosso Disney, beh…. sì, ha quasi il monopolio… ma non voglio ora qui entrare in questo argomento….
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In realtà non lo so, sai? Walt Disney è spesso “malvisto” per i motivi sbagliati (vedi complottismi vari sul suo presunto satanismo…) e siamo un po’ tutti innamorati dell’ideale romantico dell’artista genio solitario che crea perché baciato dall’Arte… ma Disney fu più un capitano d’industria (con tutti i guasti del ruolo, e per di più nemmeno così bravo) che un artista.
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Poco ma sicuro: il “personaggio” Walt Disney , con e nonostante il suo sorriso accattivante, non può suscitare simpatia se ci si è presi la briga di conoscerne la storia quel tanto necessario…ma i “suoi” prodotti (che sono “suoi”, perché senza il lui degli inizi e senza la sua capacità, in seguito, di coniugare fantasia e industria e alto livello di produzione non avremmo il suo “mondo”) sono irrinunciabili. Io, almeno, non sono mai riuscito ad abbandonarlo (anche se non leggo più Topolino). Mi piacerebbe davvero riuscire a vedere questa mostra.
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Infatti, come dici tu, se si va a vedere la sua storia certo non si nutre molta simpatia. Però ha avuto una grande idea.
La chiave di lettura della mostra è mostrare il meticoloso e immenso lavoro che sta dietro ogni singola scena, il grande lavoro di tantissime persone che, tutte insieme, hanno saputo dare forma alle idee. I curatori insistono molto anche nel mettere in evidenza i collegamenti e l’ispirazione derivanti dai miti e dalle fiabe. A me è piaciuta molto.
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E infatti, mi piacerebbe davvero visitarla. Chissà.
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bellezza e divertimento, cosa volere di più?
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Un’esperienza molto piacevole 😊
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