Kairos è il romanzo vincitore dell’International Booker Prize 2024. Sarà Sellerio a portare in Italia Kairos di Jenny Erpenbeck, vincitrice del premio assieme al traduttore Michael Hoffman e già vincitrice del Premio Strega europeo nel 2017 con il romanzo Voci del verbo andare, edito da Sellerio.

L’International Booker Prize è il maggior riconoscimento devoluto a un romanzo tradotto in lingua inglese; nella longlist di quest’anno figuravano anche due romanzi italiani, Via Gemito di Domenico Starnone e Niente di vero di Veronica Raimo. Lo scorso anno è stato vinto dallo scrittore bulgaro Georgi Gospodinov per il romanzo Cronorifugio, portato in Italia da Voland, quest’anno è toccato a un’autrice tedesca, Jenny Erpenbeck, pubblicata in Italia da Sellerio.

Proprio come Gospodinov anche Erpenbeck detiene un primato: è la prima scrittrice tedesca a vincere l’International Booker Prize, e Michael Hofmann è il primo traduttore maschio a essere insignito del premio.

«La storia intima e sconvolgente di due amanti che attraversano le rovine della loro relazione, mentre sullo sfondo l’Europa vive uno dei periodi più difficili della sua storia», questa la sintesi del libro che si legge sul sito dell’International Booker Prize.

BERLIN, GERMANY – MAY 22: Author Jenny Erpenbeck poses for a portrait session on May 22, 2023 in Berlin, Germany. (Photo by Craig Stennett/Getty Images)

Il romanzo racconta la storia d’amore tra una studentessa di 19 anni e un uomo di 50 anni, sposato. I due si incontrano nel 1986, entrambi passeggeri di un autobus che attraversa da parte a parte l’allora Berlino est. Nelle intenzioni dell’autrice, nella relazione tra questa ragazza e quest’uomo chi legge dovrebbe vedere «la distruzione dell’idealismo» sul quale la Germania dell’est pretendeva di essere fondata, e il degenerare della relazione tra lei e lui dovrebbe essere un specchio sul quale vedere scorrere anche la «dissoluzione di un intero sistema politico».
È una storia, quella di Kairos, che «inizia parlando di amore e passione, ma racconta in egual misura anche il potere, l’arte, la cultura», ha spiegato la presidente della giuria dell’International Booker Prize Eleanor Wachtel. Assieme a lei, tutti gli altri membri della giuria hanno elogiato «la brillantissima prosa» del romanzo, riconoscendo al traduttore Hofman il merito di aver pareggiato in lingua inglese quella dell’originale tedesca. La giuria dell’International Booker Prize quest’anno è giunta al verdetto quasi all’unanimità.

Jenny Erpenbeck è nata a Berlino Est nel 1967 e, oltre alla professione di scrittrice, svolge anche quella di regista. Nasce come regista indipendente nel 1994; dopo aver studiato teatro alla Università Humboldt di Berlino, svolge la professione dirigendo spettacoli musicali in Germania e Austria. Erpenbeck è solita ricordare orgogliosamente il suo passato di guardarobiera e assistente teatrale, la gavetta utile a pagarsi gli studi e a farsi strada in un mondo difficile e molto competitivo.
A metà degli anni Novanta inizia anche la carriera di scrittrice, dedicandosi tanto alla narrativa quanto alla drammaturgia. Il suo esordio nella narrativa è il racconto Geschichte eines alten Kindes (1999), vincitore di numerosi premi; è stato tradotto in italiano nel 2013 con il titolo Storia della bambina che volle fermare il tempo a cura di Ada Vigliani, edito da Sellerio. Un romanzo breve che assume la forma del giallo e della favola, una storia dai tratti inquietanti e insieme delicata e raffinata, che cresce per svelarsi lentamente sino a un finale inaspettato.


Jenny Erpenbeck è figlia del fisico di fama internazionale John Erpenbeck; mentre la madre, Doris, di origine polacca, è stata insegnante di letterature arabe presso la Humboldt University. La vena letteraria scorreva nella famiglia Erpenbeck da tempo: la nonna era una romanziera, il nonno un giallista e il padre John, oltre a esercitare la professione di fisico, è filosofo e apprezzato poeta.


Come scrittrice raggiunge il successo internazionale con il suo quarto romanzo, Di passaggio (2008), edito in Italia da Sellerio, tradotto da Ada Vigliani, in cui narra di una tenuta nel Brandeburgo che diventa cronotopo e luogo di passaggio di oltre trent’anni di storia tedesca.
Di passaggio, opera fondata su una minuziosa ricerca negli archivi, è severa epopea antieroica di una piccola «patria» tedesca trascinata dal variare delle epoche (Weimar, nazismo, guerra, dopoguerra, comunismo, liberazione, unificazione, rapida modernizzazione), ed è traiettoria esistenziale di persone in balia delle onde del destino.


Quasi dieci anni dopo sarebbe stata consacrata dal Premio Strega Europeo grazie a Voci del verbo andare, edito da Sellerio con la traduzione di Ada Vigliani; una delicata storia di emigrazione in cui un uomo tedesco si mette in ascolto di chi è giunto in Europa in cerca di una vita migliore. Nelle pagine Erpenbeck dava voce a un gruppo di migranti africani giunti a Berlino e rifletteva sul tema – tuttora attualissimo – dell’esclusione sociale.