Francamente, ero stufa di sognare. E mi sentivo sveglissima. Erano mesi che non mi sentivo così sveglia. Avevo bisogno di convincermi solo di un’altra cosa. Che quel che stavo facendo era giusto. Che la mia vita era divertente, che Dill era un bambino fortunato, padre o non padre. Sarei andata fino in fondo in questa storia di Gotcha sperando un giorno di poter dire a Lish la verità e riderci sopra. Se non le avessi mai detto la verità, speravo che potessimo ridere lo stesso. A diciotto anni mi dico che sarò felice. E se posso dirlo, posso finalmente accogliere la tristezza e la realtà della morte di mia madre e ricordarla per quello che era. (Pag. 254)

La mia estate fortunata, di Miriam Toews, Marcos y Marcos editore 2019, traduzione di Claudia Tarolo, la mia recensione

Winnipeg bambine

Anche Lish si comportava in modo buffo, in senso buono. Era euforica e in alti spiriti, tendeva all’alta nota gialla, come avrebbe detto Van Gogh, e come la stessa Lish mi aveva spiegato: l’alta nota gialla era la forza creativa maniacale, temporanea ma intensa. Se Vincent Van Gogh avesse partorito, probabilmente avrebbe chiamato il parto l’alta nota gialla. (Pag. 196-197)

INCIPIT

Lish era una veterana ben prima che scoppiasse il casino con il Serenity Place. Aveva quattro figlie, due avute con lo stesso uomo e le altre due, gemelle, con un artista di strada spensierato che si era innamorato delle sue mani. Perfette per le palle, aveva detto, per palleggiarle in aria, intendo. I giocolieri non scherzano mai sulle palle, mi spieagava Lish, ecco il punto. Lish ne sapeva a pacchi di teatro, di come accogliere il pubblico, di come attrarlo, di coreografia e conduzione, delle superstizioni della gente di teatro. Aveva sempre amato il palcoscenico. O la strada, o dovunque si faccia uno spettacolo. Aveva conosciuto il giocoliere nella sala riunioni dell’albergo dove alloggiavano tutti gli artisti. Fare volontariato, per Lish, era un buon modo per frequentare gente di teatro senza violare le regole del welfare, ed era un piacevole diversivo dalle bambine. Questo busker, padre assente delle gemelle, aveva detto a Lish che l’amava e le aveva proposto di vivere per la strada insieme a lui. Le avrebbe insegnato a mangiare il fuoco, a lanciare coltelli, a camminare sui trampoli. Le aveva mostrato un ritaglio di giornale su di lui, dal «Miami Herald», si intitolava “Magia, musica e follia”, poi c’era una foto di lui che spezzava una catena con il torace. Proprio come Zampanò nella Strada, aveva detto. Lish era euforica per la proposta e per i superalcolici offerti nella sala dell’albergo, e aveva accettato di seguirlo per la strada, a condizione di poter portare le sue figlie, che all’epoca erano due. “Nessun problema, nessun problema” aveva risposto lui “raccoglieremo più soldi” e poi aveva fatto sparire un fazzoletto rosso nel naso di Lish. E poi, naturalmente, riapparire. Cosa che lui invece aveva mancato di fare dopo aver messo Lish incinta quella notte nella sua camera d’albergo, mentre le bellissime, lunghe mani di lei accarezzavano la sua schiena lucida, e la calda notte d’estate diventava bollente.