Dai fasti degli anni Ottanta agli anni bui di Mani pulite, Milano è la metropoli italiana che ha vissuto più intensamente entusiasmo e delusioni dei tempi moderni. Cosa ci attende ora, dopo la sbornia di Expo e le difficoltà della pandemia?

Se nell’ultima tappa italiana di The Passenger, a Napoli, bisognava fare attenzione a evitare lo sguardo esotizzante, a Milano all’opposto ci vuole molto impegno per trovarlo, l’esotico, l’elemento fuori dalle righe, spiazzante. Per scovarlo bisogna abbandonare la narrazione prediletta degli ultimi anni della città accentratrice di successo, talenti e capitali, percorrere altre strade, gettare lo sguardo non solo dove indica il dito delle istituzioni ma anche laddove nulla è cambiato, anzi proprio lì. Nelle periferie che ancora meritano questo titolo e non sono state rebrandizzate come «quartieri» – parola più cool e vendibile – e che ancora parlano del legame con un’industria che non esiste più. In quei casermoni costruiti per gli operai e ora abitati da precari, cantati da trapper di origine maghrebina o ecuadoregna, nei parchi della cerchia esterna dove si tengono riti collettivi che nessuno decanta. Ma anche le zone più centrali albergano storie che vogliono essere ascoltate, dal mondo della moda, sempre descritto con i crismi del comunicato stampa e mai realmente raccontato, alle tante comunità straniere che contribuiscono al benessere della città. A guardarla bene, Milano è soprattutto sfuggente.

The Passenger – Milano, Iperborea 2022, pp. 192

La più sfuggente e indefinibile tra le città italiane, Milano è quello che non è già dai suoi confini: è relativamente piccola rispetto alla sua forza di gravità, ma i suoi quartieri invadono i comuni limitrofi; come «città metropolitana» è un’astrazione senza alcun senso geografico o politico; come inurbamento è sconfinato, ma non ha una permeabilità di trasporti e collegamenti amministrativi tali da essere considerata una grande metropoli.

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La confusione non risparmia neanche gli autoctoni, che quando si incontrano devono sempre ripetere: di Milano Milano? In mezzo alla pianura, come sta inscritto (forse) fin nel nome – medio (p)lanum – senza una geografia imperiosa che caratterizzi il panorama o tracci i confini, i milanesi sono abituati a far da sé (ghe pensi mi) e rimodellarla ogni volta a nuove esigenze, adattandola allo spirito del tempo senza temere di stravolgerla.
In mancanza di montagne hanno innalzato un «monte», senza lago se lo sono scavato, hanno deviato e tombinato fiumi, aperto e richiuso canali. Della città di un secolo fa non rimane quasi niente, e chi fosse venuto in visita venti, trent’anni fa faticherebbe a riconoscerla.

Credits: arch. Daniele Gabetta


Negli ultimi due decenni è stato ridisegnato lo skyline, e con lui interi quartieri. La Milano della nebbia e del panettone è sparita. È passata anche quella da bere, delle televisioni, sostituita oggi da quella della moda, del design, degli influencer e delle week. Le fabbriche sono location o coworking. In un paese spesso rivolto a un passato glorioso e a tradizioni eterne, è facile deridere una città che abbraccia il nuovo senza troppi pensieri, perché l’età dell’oro per i milanesi è sempre domani. E in questa corsa verso il futuro Milano non guarda in faccia a nessuno perché, da vera seduttrice, non giudica ma si specchia negli occhi di chi guarda: accogliente o terribile, attraente o respingente, liberatoria o fagocitante, aperta o omologata. Come la sabbia su cui è costruita, si lascia plasmare senza opporre resistenza, continuando a inventare, produrre e poi vendere desideri.

Fabbrica del Vapore, credits Comune Milano

AUTORI: Jada Bai, Gianni Biondillo, Giacomo Cardaci, Ivan Carozzi, Zita Dazzi, Paolo Cognetti, Marcello Flores, Michele Masneri, Marco Missiroli, Giacomo Papi, Lucia Tozzi, Nadeesha Uyangoda

COLLABORATORI: Florencia Andreola, Malika Ayane, Gaia Manzini, Simone Mosca, Letizia Muratori, Azzurra Muzzonigro

ILLUSTRAZIONI: Edoardo Massa

FOTOGRAFIE: Nausicaa Giulia Bianchi, Francesco Giusti, Laura Liverani, Pietro Masturzo, Francesco Merlini, Samuele Pellecchia

Interventi:

Il dentro e il fuori, di Paolo Cognetti
Storia di Milan, di Giacomo Papi e Marcello Flores
Microeconomie etniche, di Nadeesha Uyangoda
La verde bellezza, di Lucia Tozzi
San Siro ha un certo flow, di Ivan Carozzi
Cambi di direzione, di Marco Missiroli
La capitale del desiderio, di Michele Masneri
La cacciata dell’ultima strega, di Giacomo Cardaci
Un pezzo di terra e di cielo, di Jada Bai
Milan col coeur in man, di Zita Dazzi
La metropoli ha molti nomi, di Gianni Biondillo

(Copertina del post: sfondo, credits Dreamtime, libro credits Iperborea)

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The Passenger è una raccolta di inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contemporanea di un paese e dei suoi abitanti.

Cultura, economia, politica, costume e curiosità visti attraverso la testimonianza di scrittori, giornalisti ed esperti locali e internazionali. Tante storie e diverse voci che compongono un racconto sfaccettato ed eclettico, per scoprire, capire, approfondire, lasciarsi ispirare.