E anche febbraio è scivolato via, come sempre, troppo velocemente. Per me è un mese-ponte che mi traghetta dai postumi delle vacanze natalizie alla rinascita di marzo, mese in cui sento già aria di primavera. Quest’anno marzo sarà un mese di grandi cambiamenti, in primis il trasloco: lascerò l’appartamento dove vivo da otto anni per spostarmi in uno più piccolo, meno centrale, ma in un quartiere – Porta Romana – vivo e con ampi spazi verdi. Per me che sono molto abitudinaria, cambiare casa è un passo difficile, e so già che mi ci vorrà un po’ di tempo per assestarmi. Come sempre mi verranno in aiuto i libri….
Veniamo alle letture di febbraio; ho continuato a rileggere le opere di Italo Calvino:
Il castello dei destini incrociati
Italo Calvino, I nostri antenati : Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente.

I romanzi che ho letto in questo mese di febbraio sono state delle vere rivelazioni:
Frances Greenslade, Red Fox Road
Sacha Naspini, Villa del seminario
Alicia Giménez-Bartlett, La presidente
Dario Ferrari, La ricreazione è finita
Ho scelto il libro del mese combattuta tra due romanzi: quello di Naspini e quello di Ferrari. Ci ho riflettuto molto, tentata dall’ex aequo, ma alla fine ha prevalso Ferrari.

Il bellissimo romanzo di Dario Ferrari è una storia ricchissima di spunti, densa di citazioni letterarie, con tanta finzione ma anche moltissimi riferimenti all’attuale contesto socio-politico, così come a quello degli anni Settanta; una storia che affronta senza reticenze le distorsioni del mondo accademico e il brigatismo degli anni di piombo, le nuove forme di protesta (come il movimento dei gilet jaunes francesi), il tutto espresso con uno stile scorrevole, sapientemente bilanciato tra il serio e l’ironico. Tra le righe non manca l’amarezza condita con una certa rassegnazione.
Marcello, e, direi, Ferrari con lui, riflette sulla desolazione di una generazione, soprattutto nelle città di provincia, che ha smesso di sognare perché ha capito che i sogni sono solo appannaggio di chi se li può permettere.
E voi? Qual è il vostro libro del mese?
Homer e Langley di E.L.Doctorow una storia intricata di due fratelli accumulatori seriali, i Collyer. In criminologia la sindrome prende il loro nome. L’autore è uno tra i miei preferiti.
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Molto intrigante!
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diciamo che a febbraio ho finito il necronomicon e letto Bloody bones
quindi non ho molta scelta, solo 1 appartiene interamente a febbraio 😂
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è un mese corto…..
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è stato un mese complicato più che altro xD
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e leggere deve essere un momento di relax… quando si può…
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stavo solo commentando
non mi stavo vergognando comunque 😂
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Ci mancherebbe!!!
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Ne ho terminati soltanto due in febbraio quindi ho poca scelta. Direi che il mio libro del mese è “Un lavoro perfetto” di Tsumura Kikuko, un libro che con l’andamento della narrazione riesce a ricreare quello che può essere un lavoro comune qualsiasi tra picchi di entusiasmo e momenti di noia assoluta…
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Grazie per il suggerimento!!!
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Forse per me il libro di febbraio, su otto che ne ho letti, è stato La maledizione della noce moscata, di Amitav Gosh. Ho letto anche Villa del seminario, che mi è piaciuto molto, ma continuo a dare la palma, tra le opere di Naspini, a Le case del malcontento, che per me è un vero capolavoro. Bello anche Le notti della peste, di Orhan Pamuk, ma a tratti un po’ noioso e prolisso, non paragonabile a altre sue opere che ho amato molto di più, come Il mio nome è rosso, Istanbul, Il museo dell’innocenza.
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Grazie per avere condiviso le tue impressioni sui libri letti. Devo assolutamente leggere Le case del malcontento se dici che ti è piaciuto di più rispetto a Villa del seminario che già, per me, è un libro stupendo.
Il libro di Pamuk mi fa un po’ paura, sia per la mole, sia per quello che ho letto in sinossi, vedrò se dargli una chance; Invece quello di Gosh mi incuriosisce molto.
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Le case del malcontento è bellissimo, l’ho detto pure a Naspini che secondo me è la sua opera migliore. Il libro di Pamuk è bello, una specie di romanzo storico inventato, perché narra con grande minuziosità un’epidemia di peste in un’isola che non esiste. Ma è lento e in parte ripetitivo, inoltre gli manca quella magia che caratterizza altre sue opere, secondo me più originali e meglio riuscite.
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Grazie per questo approfondimento.
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