Una vita bella, di Virginie Grimaldi, e/o edizioni 2023, traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca, pp.283

Non puntavo alla felicità, un po’ perché non ho mai capito bene cosa sia, un po’ perché mi sembrava più una chimera che un obiettivo.

Pag. 254

Una vita bella è un romanzo che si legge velocemente, perché è scritto bene e perché racconta una storia familiare in cui ciascuno può trovare delle similitudini con la propria esperienza. Immaginavo una lettura piacevole, da compiere in un fine settimana, invece l’ho letto da venerdì pomeriggio a sabato primo pomeriggio. Attenzione però a non pensare che si tratti di un romanzo leggero; lo è nello stile: fluido, spesso scanzonato, mi verrebbe da dire quasi fiorito, evocativo dei profumi del giardino e della salsedine dell’oceano. In quanto ai temi che si fanno strada tra le pagine, invece c’è molta profondità di sentimenti, dalla sorellanza al legame intergenerazionale con i nonni, alla violenza familiare, alle sue conseguenze, alla nostalgia per ciò che ormai è passato, all’amore per i luoghi in cui si sono vissute emozioni indelebili.

Protagoniste del romanzo sono due sorelle, Emma e Agathe Delorme, diversissime tra loro, che dopo cinque anni di lontananza e silenzi si ritrovano nella casa della nonna Mima in cui erano solite, da bambine, trascorrere le vacanze estive. Il luogo è Anglet, un paesino basco francese, affacciato sull’oceano: è qui che si trova la casa a cui le due sorelle sono legate da tanti ricordi. Ora la casa è rimasta vuota della presenza più cara: la casa sarà presto venduta, e dunque le donne decidono di trascorrervi un’ultima settimana per congedarsi dai ricordi e riconciliarsi col passato, a tratti molto doloroso.

Il racconto si dipana attraverso i ricordi con l’espediente narrativo del diario, quello tenuto dalle due sorelle fin da bambine, con un flusso di flashback, e lo scorrere dei giorni del presente. Anche il registro linguistico si muove su due livelli: quello infantile delle bambine che tratteggiano gli episodi della loro esistenza, e quello adulto delle donne che sono oggi. Così sfilano episodi buffi, piccole ripicche tra bambine, i regali di Natale, l’esistenza o meno di Babbo Natale, ma anche episodi più tristi, come i litigi dei genitori, le insicurezze, la perdita, la violenza, la depressione.

La loro infanzia è stata turbata dalla perdita del padre e dal carattere della madre, che, a causa della dipendenza dall’alcol, ha riversato le sue frustrazioni e il suo mal di vivere sulle figlie. Alternando gesti affettuosi ad episodi di violenza incontrollata, la madre ha irrimediabilmente compromesso il rapporto con loro che si sono difese stringendosi, difendendosi e proteggendosi l’una l’altra, cercando di mantenere un equilibrio emotivo.
Emma, la maggiore, ha iniziato a lavorare molto presto per contribuire al mantenimento della famiglia e cercare di stemperare le esplosioni di rabbia della madre. Una situazione che le ha costrette a crescere in fretta, vedendo svanire l’innocenza e la serenità dell’infanzia. Le loro vite hanno sperimentato la depressione, gli attacchi di panico, le difficoltà nei rapporti con gli uomini, col sesso.

Nonna Mima e nonno Papì hanno assunto il ruolo genitoriale che mancava alle nipoti, la loro casa era il territorio franco in cui sperimentare la felicità, in cui essere coccolate e amate, in cui essere se stesse e vivere le esperienze tipiche dell’infanzia prima, e dell’adolescenza poi.

Tutto questo viene narrato con uno stile che riesce a dosare profondità e leggerezza, realismo e ironia, serietà e vivacità. Perché in fondo, nella vita non sempre si è felici, gli inciampi e le difficoltà costellano tutte le esistenze, dunque per non soccombere si può cercare di godere dei piccoli o grandi sprazzi di felicità, facendo affidamento sui legami saldi, sui quali fare conto quanto la tempesta arriva e minaccia di distruggere il nostro piccolo mondo.

Qui potete leggere l’incipit del romanzo.

Virginie Grimaldi è nata nel 1977 a Bordeaux, dove vive tuttora. Tradotti in più di venti lingue, i suoi romanzi sono popolati da personaggi coinvolgenti e scritti con una penna poetica e sensibile. Le sue storie, buffe e commoventi, trovano un’eco nella vita di ognuno. È l’autrice francese più letta nel 2019, 2020 e 2021 (classifica Le Figaro littéraire/GFK) e vincitrice del Livre favori des Français (France Télévisions) nel 2022. Nel 2023 le Edizioni E/O hanno pubblicato Una vita bella e nel 2024 Quel che resta.