Maggio è un mese pieno di iniziative letterarie, quest’anno poi ancora di più, visto l’astinenza dovuta alle chiusure legate al covid. Su tutte svetta il Salone Internazionale del libro di Torino, (19-23 maggio) appuntamento principe per chi ama i libri. Il Salone sarà una grande vetrina in cui verranno presentati libri già editi e tante novità, dunque una kermesse ricca in cui abbuffarsi…. Intanto, comincio col presentarvi alcune delle novità che troveremo negli stand degli editori.

PER CHI SI INTERROGA SUL RUOLO DEI SOCIAL NELLE NOSTRE VITE

E partiamo proprio da uno dei nuovi romanzi che è piaciuto molto al direttore del Salone, Nicola Lagioia, che così ne ha scritto:

«Pochi romanzi letti negli ultimi tempi mi sono sembrati così urgenti e contemporanei come “ll profilo dell’altra”. Irene Graziosi ci porta con precisione e lucidità nella dimensione in cui viviamo da qualche tempo a questa parte, il mondo 2.0 della rete, dei social, degli influencer, una realtà complessa e per molti versi spietata che rischia di franare sul cosiddetto mondo reale (le nostre vite private, il lavoro, i sentimenti, la percezione del presente, l’azzeramento del futuro) in modo devastante. Solo una scrittrice della sua generazione poteva probabilmente raccontarci dall’interno come stiamo cambiando e cosa, giorno dopo giorno, rischiamo di perdere per sempre. Un romanzo dolente che è anche un apologo morale, una storia di formazione, una presa di coscienza su ciò che ci fa male ma a cui spesso non riusciamo a dare un nome»

Dopo la morte della sorella, Maia ha interrotto gli studi a Parigi e si è trasferita con il suo compagno a Milano, dove non combina nulla. Gloria, invece, è un’influencer e a soli diciotto anni ha tutto quello che si può sognare. È quando Maia inizia a lavorare per Gloria che le loro vite cambiano per sempre. Le due ragazze intessono una relazione intensa e complicata che si dipana dietro le quinte del mondo virtuale a cui Gloria appartiene e che consente a entrambe, per la prima volta, di vedersi per ciò che sono realmente. È grazie a questo gioco di specchi che elaboreranno il senso profondo e oscuro del proprio passato e la natura dei desideri che le abitano, finché non saranno più in grado di distinguere ciò che è dell’una da ciò che è dell’altra. Sullo sfondo di questa amicizia, il contratto che tutti abbiamo sottoscritto con i social network, distorcendoci al punto da perdere la via per tornare a casa.

PER CHI VORREBBE CAMBIARE VITA E TROVARE UN RITMO PIU’ LENTO

C’è chi va in montagna in cerca del midollo della vita, per sfuggire ai propri fantasmi e alle ansie metropolitane. E chi – come l’autrice – ci si trova per caso. Sognava il caldo, il mare e le spiagge del Mediterraneo, ma un Accadimento l’ha portata in una baita sulle Alpi, a 1700 metri; in un borgo sotto il ghiacciaio del Monte Rosa. Lì ha scoperto – grazie a un gregge di caprette, un branco di lupi, un’aquila, e alcuni personaggi che sembrano usciti da una favola– che si può condurre una vita più semplice e trovare (forse) la felicità nelle piccole cose. Basta poco per cambiare ritmo e vivere come i cittadini hanno dimenticato: camminare, respirare, spaccare la legna, spalare la neve, fare yoga o stare semplicemente seduti su un masso caldo di sole. Lì ha scoperto che non è necessario correre per raggiungere la cima, perché il vero scopo non è arrivare sempre più in alto, ma riappropriarsi di un tempo antico e dilatato. Più facile se lo fai con un cielo blu sopra la testa e dentro il cuore. Blu come sono le montagne in lontananza. Blu come le sfumature dell’acqua del mare: il colore della vastità, dell’incontenibile e del desiderio. Un diario di montagna che è anche e soprattutto molto altro, uno sguardo intelligente, poetico, dolce, ironico e disincantato.

PER CHI AMA IL ROMANZO STORICO E GLI INTRIGHI DI CORTE

Una scrittura superba, una caratterizzazione psicologica acuta e una trama perfettamente congegnata fanno di Il re ai confini del mondo un magistrale romanzo storico e al tempo stesso un avvincente romanzo di spionaggio, in cui ogni personaggio gioca la sua partita su tavoli diversi, cercando di anticipare gli altri e scrivendo, mossa dopo mossa, il copione della Storia.

Inghilterra, 1601. La regina Elisabetta I è in fin di vita. Non ha avuto figli: il suo è un regno privo di erede, e i potenziali successori cominciano a tramare. Il trono spetterebbe a Giacomo VI di Scozia, ma a corte si vocifera che il re nasconda qualcosa. Ha tutte le ragioni per affermare di essere protestante, ma se segretamente condivide il cattolicesimo della sua famiglia, allora quarant’anni di guerra di religione saranno stati inutili. È un rischio che il paese non può permettersi. Qual è, quindi, la vera fede di Giacomo VI? A Geoffrey Belloc, tra i più abili collaboratori della corona, viene affidato il compito di ideare un test per scoprirlo. Belloc arruola Mahmoud Ezzedine, un medico musulmano rimasto in Inghilterra dopo l’ultima visita diplomatica dell’impero ottomano, come suo agente sotto copertura. È l’uomo perfetto per il lavoro: è un outsider, bloccato da anni su quell’isola fredda, umida e primitiva. Pur di riabbracciare la moglie e il figlio è disposto a tutto. 

PER CHI VUOLE APPROFONDIRE LA FIGURA PIU’ RAPPRESENTATIVA DELLA LOTTA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

L’autore ripercorre i passi della sua attività di magistrato antimafia provando a ricostruirli uno per uno: “Solo con le armi della letteratura era possibile rendere omaggio a un eroe, al coro delle donne e degli uomini che insieme a lui hanno creduto che sconfiggere l’ombra fosse possibile“.

La storia di un magistrato che insieme a pochi altri intuisce la complessità di un’organizzazione criminale pervasiva, ne segue le piste finanziarie, ne penetra la psicologia e ne scardina la proverbiale omertà, è narrata in queste pagine con l’essenzialità di un dramma antico: sul proscenio, un uomo determinato a ottenere giustizia, assediato dai presagi più cupi, circondato dal coro dei colleghi che prima di lui sono caduti sotto il fuoco mafioso; stretto, nelle notti più buie, dall’abbraccio di una donna che ha scelto di seguirlo fino a dove il fato si compirà. Roberto Saviano ha voluto onorare la memoria del giudice palermitano strappandolo alla fissità dell’icona e ripercorrendone i passi, senza limitarsi a una ricostruzione fondata su uno studio attentissimo delle fonti, degli atti dei processi, delle testimonianze, ma spingendo la narrazione fino a quello «spazio intimo dove le scelte cruciali maturano prima di accadere». Questo romanzo ci racconta una pagina fatidica della nostra storia, illumina la vita di un uomo che, nel pieno della carriera, fu in realtà al culmine del suo isolamento. E leva il canto altissimo della sua solitudine e del suo coraggio.

PER CHI AMA I VIAGGI FUORI DALLE SOLITE ROTTE

Nel suo ottantesimo anno di età, Colin Thubron si rimette in viaggio, verso Oriente, nei territori che predilige: nel cuore dell’Asia, all’antica convergenza di steppa e foresta. Da solo, senza nessuno a pregiudicare i suoi incontri. Parla russo e mandarino, quindi può farsi raccontare dalla gente del posto cosa succede in quelle terre. Seguendo per tremila miglia il corso di un fiume quasi sconosciuto – a cavallo, in autostop, in barca, in treno, a piedi – passa dalle sorgenti mongole e lungo il confine russo-cinese fino all’Oceano Pacifico, dove il fiume termina la sua corsa. Un fiume dove le due grandi potenze ex comuniste trovano il loro limite e la loro comune, pericolosa frontiera. Ampiamente dettagliato, lirico, pieno di intuizioni e di meraviglia per lo sconosciuto, Tra Russia e Cina è il resoconto appassionato dell’ultima avventura di un autore pluripremiato, una lezione urgente di Storia e il culmine della carriera strabiliante dell’ultimo dei grandi viaggiatori del Novecento.

La luce, la natura imponente e la solitudine del Grande Nord nello sguardo meravigliato e divertito di uno scrittore mitteleuropeo alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Il primo autore ceco nel catalogo di Iperborea.

Nel 1936, mentre sull’Europa già incombeva lo spettro della guerra, Karel Čapek intraprese con la moglie il suo ultimo grande viaggio, attraversando la Danimarca e la Svezia con la ferrovia per proseguire in battello lungo le coste norvegesi fino a Capo Nord. Una meta sognata fin dall’adolescenza grazie al fascino delle imprese polari di Amundsen e Nansen e ora finalmente raggiunta, per il desiderio di conoscere da vicino i luoghi dei grandi scrittori della letteratura nordica. Il resoconto è inframezzato dai disegni dello stesso Čapek, la cui semplicità di tratto è lo specchio della precisione descrittiva e ne amplifica la bellezza: i profili dei monti, le forme degli alberi, il labirinto dei fiumi e dei laghi, i moli, le case di legno. Ma su tutto domina la magia della luce del Nord, il lento trascolorare del tramonto verso una nuova alba sotto il sole di mezzanotte, al di là del settantesimo parallelo.

PER CHI VUOLE CAPIRE COSA SIGNIFICHI VIVERE IN UN PAESE COMPLESSO, EMIGRARE, E CERCARE DI TENERE INSIEME LA PROPRIA FAMIGLIA

Da una delle voci emergenti più interessanti dell’America contemporanea, la storia di una famiglia disposta a pagare un prezzo inimmaginabile per una vita migliore.

Dopo aver impulsivamente commesso un atto violento, Talia viene mandata in un riformatorio per adolescenti sulle montagne del dipartimento di Santander. Deve riuscire a tutti i costi a scappare da lì, per tornare a casa, a Bogotá, dove l’aspettano suo padre e un biglietto aereo per gli Stati Uniti. Se perde il volo, potrebbe anche perdere l’occasione di riunirsi finalmente con i suoi familiari. Come è arrivata la famiglia di Talia a dividersi in due? Vent’anni prima, gli adolescenti Mauro ed Elena si sono innamorati davanti a una bancarella del mercato in una Bogotá sull’orlo della guerra civile. Nella speranza di costruire una vita migliore, insieme alla loro primogenita Karina hanno lasciato il paese alla volta degli Stati Uniti, dove sono nati anche gli altri due figli, Nando e Talia, e dove hanno vissuto anni nell’ombra dell’irregolarità, da eterni esuli, rimpiangendo casa: «una nazione di amnesici, dove i narcotrafficanti diventano senatori e i senatori narcotrafficanti, gli assassini diventano presidenti e i presidenti assassini», ma pur sempre casa. Quando però Mauro, in seguito a una rissa, è stato deportato, tutto è andato in pezzi…
Vincitore del New American Voices Award 2021, finalista per l’Andrew Carnegie Medal 2022 e al primo posto nella classifica dei dieci libri dell’anno di «Entertainment Weekly», Paese infinito è un grido disperato che, oggi più che mai, risuonerà a lungo nella mente dei lettori.

Barni e Domenica Axado sono cresciute insieme a Mogadiscio. La loro è un’infanzia spensierata, all’interno di un ambiente familiare unito e protetto. Allo scoppio della guerra civile, però, sono costrette a separarsi. Barni trova a Roma un faticoso equilibrio grazie al lavoro di ostetrica e riesce a circondarsi di nuovi affetti. Domenica Axado, invece, sradicata e trapiantata in un contesto diverso, inizia a peregrinare senza meta. Solo un decennio dopo, in attesa di un figlio, si ricongiungerà alla cugina: Barni sarà la habaryar, «madre piccola», del bambino, e grazie alla nascita di Taariikh – che significa «Storia» – le due donne potranno finalmente riannodare quei fili che sembravano sciolti per sempre.

Alle loro voci che si alternano nella narrazione, e hanno il sapore di un racconto orale, si unisce quella di Taageere, marito di Domenica Axado. I ricordi frammentati piano piano si ricompongono e le esistenze disperse delle persone che hanno fatto parte delle loro vite tornano finalmente a formare un quadro unico.

In un mix linguistico affascinante, di intensa poeticità, dove l’italiano si mescola e segue il ritmo del somalo, Madre piccola, pubblicato per la prima volta nel 2007, affronta temi ancora oggi di drammatica attualità come i traumi della guerra e il dolore della diaspora.

PER CHI AMA I ROMANZI DI FORMAZIONE

A diciassette anni, Ana ce l’ha con il mondo. Con il sistema. Con i genitori divorziati: con la madre che crede si possa salvare il pianeta vendendo borse fatte con materiali riciclati; con il padre che si rassegna alle condizioni di lavoro nella radio in cui collabora. E allora va a vivere in una casa occupata. Lì Ana trova rifugio dall’orrore del precariato, dalla gentrificazione di Lavapiés, il quartiere popolare di Madrid in cui adesso abita, assalito dai turisti, dai locali alla moda e dall’aumento vertiginoso dei prezzi. Lì trova, o pensa di trovare, il calore dei compagni, un senso di appartenenza, uno scopo. Anche se quello scopo può richiedere qualche azione violenta… Un romanzo senza ideologismi né soluzioni rassicuranti in cui Ovejero racconta le debolezze e i conflitti delle nostre società, mettendone a nudo tutti i nervi scoperti.

Con questa nuova edizione, rivista e ampliata, Una volta l’Argentina si conferma una delle opere fondamentali dell’autore, un romanzo di formazione, politica e sentimentale, che batte all’inconfondibile ritmo del Novecento.

Questo libro inizia con una lettera che arriva da lontano e mette in moto i ricordi: nel viaggio a ritroso della memoria noi lettori siamo i passeggeri. Una volta l’Argentina è il racconto di una famiglia che unisce genti arrivate da ogni angolo del pianeta, e di una terra sconfinata che diventa un paese grande come il mondo. Con una prosa scorrevole e poetica che alterna passato e presente, verità e finzione narrativa, Andrés Neuman ripercorre con humour e tenerezza una genealogia reale e fantastica insieme. Ci sono il bisnonno Jacobo, nato sotto gli zar e scappato dall’Europa in circostanze misteriose; la baba Lidia, lituana dagli occhi color zaffiro; la nonna Blanca, che scriveva lettere e suonava il piano; il prozio Leonardo, dandy del quartiere, e la zia Ponnie, tessitrice di arazzi con la passione per il Brasile: una vivace sinfonia di personaggi indimenticabili, le cui vicende personali fanno da contrappunto alle tragedie e alle rinascite di un intero paese.

PER CHI E’ ATTRATTO DAL BRITISH WAY OF LIFE MA CALATO NELL’ATTUALITA’

Due solitudini in apparenza distanti e inconciliabili. Lei giornalista in carriera, lui camionista deluso e scontroso. Sembra una storia d’amore improbabile. Ma anche immaginare una Londra deserta, ridotta al silenzio, sembrava impossibile. Nel limbo della pandemia si incrociano le storie di Allegra e George. È una notte d’inverno quando lui, autista di TIR, si ritrova minacciato con una pistola nel porto di Belfast, dove aspetta di tornare a Londra. È così coinvolto nel riaccendersi delle tensioni in Ulster. Un destino che si ripete per George, figlio di nordirlandesi emigrati, orgoglioso difensore dei valori British. Niente di più diverso da Allegra, giornalista arrembante del Sunday Times. Le scuole giuste, le amicizie giuste. Si fa notare per le sue inchieste che simpatizzano per la gente di provincia, quella che ha creduto e votato per Brexit. Il loro incontro sfocia in una relazione che si nutre di segretezza nei mesi chiusi dei lockdown. Ma la realtà preme e impone scelte. La storia di due persone che devono fare i conti con il cambiamento radicale del loro Paese, che lo vogliano o no. Diventano così metafora di un’intera epoca: i turbolenti anni venti del nuovo millennio.

PER CHI SI INTERESSA DI GEOPOLITICA E DI SUDEST ASIATICO

L’influenza della Cina si allunga inarrestabile come un’ombra sul Sudest asiatico, dove la vicinanza geografica con Pechino è allo stesso tempo una benedizione e una maledizione. All’ombra del dragone tratteggia la storia del rapporto tra le nazioni della regione e la Cina e delinea l’attuale situazione geopolitica, analizzando ogni ambito della relazione: economico, politico, militare e culturale. Mentre la Cina cerca di ripristinare l’antico status di potenza dominante dell’Asia, i Paesi del Sudest asiatico devono affrontare una scelta sempre più complessa: prosperare all’interno della sua orbita o languire al di fuori di essa. Intanto mentre le potenze rivali, inclusi gli Stati Uniti, intraprendono azioni concertate per frenare le ambizioni cinesi, la regione è emersa come un’area cruciale di competizione strategica. Basandosi su più di un decennio di esperienza sul campo, Sebastian Strangio esplora gli impatti dell’ascesa della Cina sul Sudest asiatico, come i Paesi della regione stanno rispondendo e il peso di questo scenario per i futuri equilibri di potere a livello globale.

PER CHI AMA I ROMANZI CHE RACCONTANO DESTINI INTRECCIATI ALLA STORIA

Ian Manook, autore della trilogia di Yeruldelgger, racconta la storia della sua famiglia scampata al genocidio armeno in un’indimenticabile saga carica di umanità e dal grande afflato epico, sulla quale soffia, furioso, il vento della Storia.

1915, non lontano da Erzerum, nell’Armenia turca: Araxie ha dieci anni quando, sotto ai suoi occhi, tre predoni curdi uccidono la madre e feriscono la sorellina Haïganouch, che perde la vista. Salvate dai miliziani armeni, le due piccole vengono ospitate dai loro parenti, ma per breve tempo: comincia infatti la deportazione degli armeni che, a Erzerum come altrove, sono costretti a rinunciare ai loro beni e ad abbandonare la loro terra. Deportate nel deserto di Deir ez-Zor e condannate a una morte atroce, le bambine riescono a salvarsi grazie a una vecchia insegnante che le prende sotto la sua ala. Quando poi un medico le compra come schiave per la figlia, le priva della libertà ma permette loro di sfuggire a una fine ineluttabile. Ma la Storia le getta ancora una volta nel caos: separate e spinte verso due capi del mondo opposti, Araxie e Haïganouch sopravvivranno alle guerre e ai tradimenti di un secolo crudele? Troveranno finalmente la pace? Muovendo dal racconto dell’infanzia della nonna, Manook tratteggia la tragica e appassionante odissea di due sorelle in fuga: uno struggente ritratto dei bambini della diaspora armena al quale fa da contorno una galleria di personaggi desiderosi di sottrarsi alla follia degli uomini.

Un romanzo attuale, un racconto per capire la Russia di oggi

Il giovane protagonista del nuovo e potente romanzo di Lebedev scopre casualmente le memorie della nonna Tanja nascoste all’interno di un volume di poesie di Konstantin Simonov, sei volte vincitore del Premio Stalin. Tra quei fogli cerca inutilmente tracce sui segreti di famiglia. Poiché i tempi sono quel che sono, per sbarcare il lunario si offre di ritrovare dietro compenso i luoghi di sepoltura di scomparsi, deportati ed esiliati. Una ricerca di fantasmi e verità inquietanti che lo conduce attraverso le sterminate regioni dell’universo sovietico, dove i segni delle antiche ingiustizie sembrano preparare il terreno per le prossime violenze.
Nel frattempo l’Unione Sovietica è scossa dal colpo di Stato che depone Michail Gorbačëv. È l’agosto 1991. La gente scesa in strada a protestare rimuove la statua di Dzeržinskij – il fondatore della Čeka – di fronte alla sede della polizia politica. E di lì a poco Boris El´cin giunge al potere. Forse è la fine di un passato di oppressione o forse solo un interludio prima della frantumazione del Paese, della comparsa improvvisa di ricchi oligarchi e dell’impoveri-
mento di molti.
Romanzo d’avventura, narrazione poliziesca …, «Gente d’agosto» conferma Lebedev come uno scrittore unico e originale che con il suo grande talento racconta luce e tenebra, speranza e disillusione della Russia del XX e XXI secolo.

STORIE DI CHI VUOLE AFFERMARE IL SUO DIRITTO AD ESSERCI NONOSTANTE TUTTO

Una bambina cresciuta nell’incavo di un albero centenario, un enigmatico autostoppista «senza fissa famiglia», adolescenti che giocano alla morte sulle corsie di un’autostrada, una donna guarita che rivuole indietro il suo dolore, il mito di una ragazza che pare aver strangolato una volpe a mani nude. Il tutto poco distante da un lago che ha sommerso un intero paese, annegando nel paesaggio la memoria dei suoi abitanti. Colti sull’orlo di un cataclisma imminente eppure atavico, i personaggi di “Una volpe a mani nude” si muovono in una periferia dell’esistenza fatta di zone industriali, strade statali, colline immacolate: angoli in cui il mondo sembra finire e dove la Natura irrompe con una grazia abbagliante. Intrecciando i vari episodi tra loro come le caselle di un assurdo gioco dell’oca, Emmanuelle Pagano raccoglie le storie di un popolo di emarginati che rivendica sommesso il proprio diritto a esserci, in barba a una diversità che esiste soltanto nello sguardo dell’altro. Romanzo finalista all’International Booker Prize 2020.

Passo e chiudo, buone letture a tutti!

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