Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Il nostro riparo

È stata Jenny a chiedermi di scrivere tutto questo. Voleva che riordinassi gli eventi per lei, che li mettessi in fila, grano dopo grano, una storia ufficiale, come un rosario che potesse recitare all’infinito e a cui affidarsi. Ma ho iniziato a scrivere anche per lei, per mamma. O Irene, come la chiamavano gli altri, visto che tanto tempo fa si è disfatta di qualunque significato “mamma” avesse avuto per lei. E neppure mentre scrivevo c’è stato verso di porre fine al senso di colpa che affiorava quando pensavamo a lei: non l’abbiamo cercata. Se ne è andata, come un gatto che una notte sguscia fuori dalla porta sul retro e non ritorna più e tu non sai se è finito nelle grinfie di un coyote o di un falco o se si è fatto male da qualche parte e non è riuscito a tornare indietro. Abbiamo lasciato che il tempo passasse, abbiamo aspettato, fiduciose, perché lei è sempre stata la migliore delle madri. È lei la madre, ci dicevamo, perlomeno all’inizio. Non so chi sia stata la prima a dirlo. Lo so eccome invece. Sono stata io. Jenny diceva: «Dovremmo cercarla». E io: «È lei la madre». E quando lo dicevo ignoravo il peso che quelle parole avrebbero avuto sulle nostre vite. Possedevano il suono della verità, piene e inscalfibili. Ma sono diventate un’ancora che ci ha trascinate lontano dai nostri impulsi più sinceri.

Frances Greenslade

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