UFO 78, di Wu Ming, Einaudi Stile libero 2022

Storie che si tramandano di bocca in bocca, finché nemmeno ti chiedi più cosa ci sia di vero.

Il film di Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo” esce nelle sale americane il 16 novembre 1977, ed è subito un successo planetario. È un film di fantascienza (vedi Bradbury) nel quale viene narrato un ipotetico primo contatto tra l’umanità ed entità extraterrestri. Il titolo deriva dalla classificazione degli incontri ravvicinati elaborata dall’astrofisico e ricercatore ufologico Josef Allen Hynek nel 1972, in cui un incontro ravvicinato “del terzo tipo” indica una osservazione di “esseri animati” in associazione con un avvistamento di UFO. L’incontro ravvicinato tra l’umanità e un’intelligenza extraterrestre si svolge attraverso una narrazione molto semplice, quasi favolistica, con una conclusione assolutamente positiva, gli alieni infatti non intendono conquistare e distruggere ma vengono in pace, ribaltando così un’immagine classica del cinema di fantascienza postbellico, sono esseri sciamanici, latori di un messaggio di pace e amore.

Alla fine degli anni Settanta è ormai “febbre da avvistamento alieno”: si registrano più di duemila avvistamenti dichiarati in Italia. Gli UFO entrano nel gergo comune, non solo oltreoceano ma anche nella cultura nazionalpopolare italiana. Vi dice nulla “Extraterrestre” di Eugenio Finardi che esce proprio nel 1978? La UFO-mania si eleva a psicosi di massa, entra nelle case attraverso la televisione e i programmi che ne parlano (Domenica in, Portobello per citare solo alcuni). Sarà forse che il 1978 fu un anno piuttosto denso di avvenimenti nefasti, da un punto di vista prettamente terrestre? Vediamo: è l’anno dei tre papi (Montini, Luciani, Wojtyla, un momento-chiave per la Chiesa cattolica), si dimette il presidente della Repubblica Leone in seguito a una pressante campagna di stampa che lo accusava di essere coinvolto in una vicenda di tangenti, e poi il sequestro di Aldo Moro, l’evento più traumatico nella vita della nazione, cinquantacinque giorni di un sequestro di cui ancora oggi (come sempre accade in Italia, vedi Ustica, piazza Fontana ecc) non si conosce la verità, in una stagione costellata di violenza, attentati, rapimenti, il diffondersi dell’uso di eroina… Se i rapimenti ad opera di alieni erano tutti da dimostrare, quelli reali invece furono tantissimi lungo tutto gli anni Settanta, gli Anni di Piombo della nostra Repubblica. Dunque una delle possibili spiegazioni della psicosi collettiva da Ufo potrebbe essere il contraltare della realtà? Meglio gli UFO che la realtà?

La nuova opera, un Oggetto Narrativo Non Identificato (come sempre nella vena letteraria di questo fulgido gruppo, che ci ha regalato opere uniche e stupende) a firma del collettivo Wu Ming parte proprio da queste premesse e ci accompagna dentro un anno cruciale. Il libro è una via di mezzo tra un narrato documentaristico, una fiction, un thriller e racconta proprio quell’anno che personalmente ricordo bene (ero in prima liceo): ricordo il senso generale di insicurezza (la sera spesso le strade erano deserte), la tensione, il bisogno di trovare una compensazione alla violenza dei fatti che costellavano le città, la febbre da avvistamento alieno, la fuga verso “territori mistici“. Amavo già Battiato che, alcuni anni dopo (nel 1985) metterà in musica quei “mondi lontanissimi“. Ecco il testo di No time no space

Parlami dell’esistenza di mondi lontanissimi
Di civiltà sepolte, di continenti alla deriva
Parlami dell’amore che si fa in mezzo agli uomini
Di viaggiatori anomali in territori mistici, di più

Seguimmo per istinto le scie delle Comete
Come avanguardie di un altro sistema solare

No time, no space
Another race of vibrations
The sea of the simulation

Keep your feelings in memory
I love you, especially tonight

Controllori di volo pronti per il decollo
Telescopi giganti per seguire le stelle
Navigare, navigare nello spazio, nello spazio, di più

Seguimmo per istinto le scie delle Comete
Come avanguardie di un altro sistema solare

No time, no space
Another race of vibrations
The sea of the simulation

Keep your feelings in memory
I love you, especially tonight

Keep your feelings in memory
I love you, especially tonight.

E in Ufo 78 ci imbattiamo in tante citazioni, riferimenti proprio a Battiato, così come troviamo la comunità Thanur che guarda caso ci ricorda la comunità di San Patrignano fondata proprio nel 1978 da Vincenzo Muccioli.

Molti i personaggi che popolano il libro. Milena Cravero, giovane antropologa, assistente della cattedra di Antropologia culturale all’università di Torino, studia gli appassionati di Ufo – gli ufologi razionalisti e quantificanti del Grucat – in una Torino cupa e militarizzata. Martin Zanka, scrittore di successo (vedi Peter Kolosimo), autore di best seller a tema “paleocosmonautico”, ormai quasi una controfigura di se stesso. Assomiglia a François Truffaut, è un ex partigiano, ex giornalista dell’Unità, elettore deluso del Pci. Suo figlio Vincenzo, ex eroinomane, vive a Thanur, una comune in Lunigiana, alle pendici di un monte misterioso.
Uno dei personaggi è l’ufologo torinese Umberto Ravarino, soprannominato Berto Musinè – dal nome del monte Musinè, un pezzetto di Alpi Graie alle porte di Torino su cui “fiorivano leggende clipeologiche, ufologiche e parapsicologiche”. Ispirandosi alla reputazione del Musinè Wu Ming ha creato il luogo più importante del romanzo, ossia il monte Quarzerone, in Lunigiana.

Il Quarzerone, luogo di miti e leggende, fenomeni inspiegabili, casi di cronaca mai risolti. L’ultimo, quello di Jacopo e Margherita, due adolescenti scout svaniti nei boschi e mai ritrovati. Accade il 26 agosto del 1976. Come tante altre volte, gli scout hanno piantato le tende a Pian del Cielo, sotto i contrafforti di Rocca Tesana, una delle rare zone abitate da una sparuta comunità del Quarzerone. Li guida Simone Bartocci, accompagnati dal Gheppio, una guardia forestale locale; nel giro di poche ore, i ragazzi, durante un gioco, spariscono. Partono le ricerche, che andranno avanti per giorni, settimane, mesi. Anni. Ma di loro nessuna traccia.
Giunto ai piedi del Quarzerone, passato per la comunità dove vive il figlio, Zanka si trova risucchiato dalla vicenda dei due scout spariti. Ed ecco che la narrazione produce un cortocircuito: a quasi due anni dalla sparizione dei due scout, l’armata degli ufologi scende a Roma per il megaconvegno “Ufo 78”, in calendario giusto il 16 marzo, giorno del rapimento di Aldo Moro e della strage della sua scorta. Rapimento che troverà il suo epilogo nel ritrovamento della Renault rosso scuro in via Caetani (la stessa che vola sul profilo della cima montuosa sulla copertina del libro) col corpo di Moro nel bagagliaio, tristemente passato nell’immaginario collettivo grazie ad una foto divenuta icona di un’epoca tragica. Un evento che sarà uno spartiacque tra un prima e un dopo della vita politica e sociale italiana, che darà il via a una miriade di interpretazioni, depistaggi, false testimonianze, processi…

In un gioco continuo di rimandi, di citazioni vere e false, di tranelli letterari, di alter ego (Eco avrebbe certo apprezzato), Wu Ming ci porta a spasso in questo sancta santorum del tutto è possibile se lo si può immaginare. Ma attenzione, una bussola la trovate nelle “Note al testo” dove la finzione e la realtà si riprendono ciascuna il proprio ruolo.

Qui potete leggere l’incipit.

Durante una presentazione del libro, Wu Ming 2 in risposta alla domanda su titolo e copertina spiega:

Nel 1978 nasce Atlas Ufo Robot, esce Incontri ravvicinati del terzo tipo, all’interno dell’Affaire Moro si può individuare uno stranissimo gioco di parole tra Fani (il nome della via dove lo statista fu rapito e gli uomini della sua scorta uccisi) e il possibile acronimo FANI con cui tradurre la formula usata negli Stati Uniti per indicare gli UFO (Unidentified Aerial Phaenomena = Fenomeni Aerei Non Identificati).
Inoltre si comincia a parlare con insistenza, anche a proposito della passione per gli extraterrestri e le antiche civiltà aliene che popolavano i libri di Kolosimo,  di ‘riflusso’, inteso come allontanamento dall’impegno politico e sociale e interesse verso questioni apparentemente più futili, fantastiche, immaginarie, private; i Wu Ming con questo libro cercano di affrontare l’analisi del fenomeno, perché sono dell’idea che guardare il cielo, interessarsi ad oggetti non identificati, soprattutto in un momento in cui tutti sulla terra ti vogliono identificare e ti chiedono i documenti, non sia soltanto una fuga in una dimensione irrazionale, futile della vita ma sia qualcosa che, al contrario, può nutrire proprio un ritorno alla realtà con nuove armi; quindi non gli UFO come un diversivo o una fuga ma come un modo per procurarsi energie nuove, ‘armi’ nuove e tenere bene i piedi per terra.”.