Il libro di oggi è:
Amianto. Una storia operaia, di Alberto Prunetti, Edizioni Alegre 2014, pagg. 192
Renato è un operaio cresciuto nel dopoguerra che ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Un lavoratore che scioglie elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che respira zinco, piombo e buona parte della tavola degli elementi di Mendeleev, fino a quando una fibra d’amianto trova la strada verso il torace.
L’autore del libro è il figlio di Renato. Vive la sua infanzia tra il calcio di strada davanti all’Ilva dimenticata di Follonica e le risse sull’Aurelia, per poi passare dalle certezze del lavoro manuale del padre alla precarietà dei lavori cognitivi. Ricostruisce la storia lavorativa di Renato lottando in tribunale per il riconoscimento dell’amianto come causa della sua morte. E scopre di esser stato concepito nel luogo simbolo delle morti per la polvere bianca: Casale Monferrato.
Una storia terribile, raccontata mescolando ricordi e documenti, misurando brillantemente le emozioni, con una voce narrativa vivissima, arricchita da divertenti espressioni dialettali. Riuscitissimo esperimento di “oggetto narrativo non identificato” è il primo volume di una trilogia working class in corso d’opera.
Questa nuova edizione, con un capitolo aggiuntivo, si chiude con un appassionato dialogo a tre tra l’autore, Wu Ming 1 e Girolamo De Michele, precari della conoscenza accomunati dall’essere “figli della classe operaia”.
“Se uno legge Amianto e non gli arriva la botta, vuol dire che ha la testa sbagliata e si è messo il cuore sotto le scarpe. Vuol dire che i padroni lo hanno lavorato bene”.
Wu Ming 1“Dolore, divertimento, pena, riflessione, compartecipazione. Quanti testi moderni riescono a suscitare una tale gamma di sentimenti? Eppure ho provato tutto ciò leggendo la storia narrata da Alberto Prunetti. Una nuvola di sensazioni alternanti e contrapposte, quali solo uno scrittore vero riesce a condensare”.
Valerio Evangelisti
Vi consiglio anche l’altro capitolo: Alberto Prunetti, 108 metri. The new working class hero
Sicuramente è un libro – , intanto vado sul kindle per l’estratto -, da sfogliare, assaporare e leggere. Come se si entrasse più che nel libro, a casa dei personaggi-persone.
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Me lo segno. Grazie ancora per questa serie di proposte dedicate al tema lavoro.
Sarebbe bello se qualcuno desse più spazio anche in televisione a queste storie, magari proponendo un ciclo di film a tema (penso per esempio a “Un posto sicuro”) o una serie di letture ad alta voce.
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Sarebbe certamente utile, almeno per mantenere l’attenzione sul tema. Una volta, la RAI aveva un taglio di servizio pubblico più accentuato e forse avrebbe dedicato spazio al tema della sicurezza del lavoro. Con film, magari, come ben dici, che raggiungono più pubblico dei dibattiti. Ma oggi la TV è per lo più spettacolo e intrattenimento – spesso di nessun spessore non dico culturale, ma nemmeno sociale. Proponendo questi romanzi, cerco nel mio piccolo di dare attenzione al problema.
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C’è una raccolta di racconti, cui hanno collaborato Maurizio De Giovanni, Piergiorgio Pulixi, Massimo Carlotto e altri, intitolata Nessuno ci ridurrà al silenzio, che è stata pubblicata a cura del Centro Marco Vettori, una vittima dell’amianto, di Pistoia, dove molti si sono ammalati nelle officine ex Breda. Edizioni CentoAutori
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Grazie per questa proposta, la cercherò.
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