Guanda porta in libreria il nuovo libro di Fernando Aramburu, l’autore basco che tanto abbiamo amato all’uscita di Patria (vi rimando alla mia recensione), con una raccolta di articoli dell’autore di San Sebastian in cui parla della sua vita, della professione di scrittore e di vari argomenti.

Il rumore di quest’epoca, di Fernando Aramburu, Guanda editore 2021, traduzione di Bruno Arpaia, pagg. 336

I ricordi di famiglia a San Sebastián, gli episodi legati al padre, alla madre o ai primi anni di scuola, che si contrappongono alle dure, aspre pagine dedicate agli anni bui dei Paesi Baschi. Seguendo le tappe della vita di Fernando Aramburu, ci trasferiamo in Germania, per accompagnarlo nella sua esperienza come insegnante. E poi, scopriamo i rituali che mette in atto durante la stesura dei suoi romanzi o negli incontri con i lettori, passeggiamo per le strade di molte città europee, rileggiamo con i suoi occhi Camus, Nabokov…

Ma gli argomenti di questa raccolta attraversano uno spettro ampio e vario: si passa dall’elogio della noia all’amore per i cani e per il calcio, dalla passione per la poesia a quella per la musica. Un volume ricco di rimandi ai temi e alle vicende di Patria, che raccoglie una serie di testi carichi di ironia e sensibilità, con uno spiccato gusto per il dettaglio quotidiano: un piccolo trattato sulle poche certezze che ci guidano alla ricerca del senso della vita, ma soprattutto una celebrazione della letteratura contro ogni pedanteria e ogni fanatismo.

A differenza di Autoritratto senza di me, che era una raccolta di note chiaramente biografiche, qui non c’è intenzione commemorativa, ma invece l’autore appare illuminato da una nuova luce. Leggendo questi testi, conosciamo meglio Aramburu, approfondiamo le sue idee e capiamo il motivo di alcuni dei suoi personaggi o delle sue trame. In queste pagine c’è il residuo che resta sempre in fondo a un’opera letteraria. Sono testi giornalistici in origine, poiché nascono dalla commissione di un giornale, ma acquisiscono il tono della migliore letteratura . 

Oltre e prima di Patria, vi consiglio la lettura di Anni lenti. L’occhio ingenuo del protagonista bambino fotografa la realtà che lo circonda, le contraddizioni, la violenza, il dolore. Con una scrittura nitida e lo sguardo candido e insieme impavido sulla realtà, Anni lenti è una storia di formazione sullo sfondo cupo degli anni Sessanta in cui il terrorismo basco muove i suoi primi passi, ma anche una riflessione ricca di ironia e profondità su come la vita possa essere distillata in un romanzo e il ricordo personale trasformarsi in memoria collettiva.

Aramburu anni lenti

E anche Dopo le fiamme, che riprende i temi legati all’impatto del terrorismo sulla società civile, con gli occhi di chi stava dall’una o dall’altra parte della barricata.

Aramburu dopo le fiamme

«Quello che interessa all’autore non è la cronaca dei fatti – i vari attentati all’origine di ciascuna di queste storie – bensì il modo in cui colpiscono gli esseri umani, la devastazione che una morte, a volte anche fortuita, provoca in una comunità… E l’efficacia dei contenuti si accentua perché Aramburu è uno scrittore magnifico, uno dei tre o quattro nomi indiscutibili della narrativa attuale» – El Cultural

Sono le vittime, i caduti di una guerra strisciante che ha segnato la vita dei Paesi Baschi fin nelle pieghe più intime della quotidianità, i protagonisti delle storie di Fernando Aramburu, storie che colpiscono e commuovono per la verità del narrare e per la «normalità» delle situazioni che ritraggono. La molteplicità e l’originalità delle voci, la varietà dei personaggi e delle loro esperienze compongono, come in un romanzo corale, un quadro indimenticabile. Una ragazza che dopo sei mesi esce dall’ospedale invalida, vittima casuale di una bomba piazzata davanti a una banca, e il dolore silenzioso e impotente di suo padre; una donna che cerca in tutti i modi di resistere alle pressioni della comunità che vorrebbe espellerla, perché le hanno assassinato il marito e la sua presenza è diventata per tutti motivo di disagio; un vecchio accusato di collaborazionismo che vive in una condizione di insopportabile angoscia; la visita di una madre al figlio detenuto in un carcere di massima sicurezza, e la loro difficoltà di capirsi fino in fondo. Con grande empatia per questa umanità dolente, la penna magistrale di Fernando Aramburu ci consegna un libro indispensabile, immergendoci pienamente nell’universo del suo romanzo Patria.