Il libro di oggi è:
Lavoro da morire, Autori vari, Einaudi 2009, pagg. 130
Undici scrittori italiani raccontano un’Italia sfruttata.
La letteratura di oggi, nel nostro paese, parla di lavoro molto poco, spesso solo tangenzialmente rispetto a temi sentiti più stringenti, più umanamente necessari, più raccontabili forse.
Quel «Vergogna!», che risuona nelle strade italiane ad ogni nuovo morto sul lavoro, ad ogni sciopero, ad ogni manifestazione di protesta contro discriminazioni e ingiustizie salariali e contrattuali, continua ad additare un male non risanato, un problema – sempre diverso eppure sempre presente – che non conosce soluzioni definitive.
Questi racconti nascono dal bisogno di uscire dall’emergenza di fenomeni generali che di volta in volta si chiamano lavoro nero, disoccupazione, precarietà, morti bianche, per avvicinare l’orecchio a storie di vita ed esperienze professionali di donne e uomini che hanno lavorato, lavorano o vorrebbero farlo, che hanno da raccontare vicende minime di ordinario sopruso o, se si preferisce, di quotidiana fatica spesa a difendere diritti che con grande facilità finiscono calpestati.
Questi undici racconti prendono spunto da storie individuali che altrettanti autori ci propongono tenendo viva una vocazione sociale nell’interpretare il mestiere di scrittore.
Tullio Avoledo, Il pesce grande mangia il pesce piccolo
Andrea Bajani, Tanto si doveva
Matteo B. Bianchi, Pietro in diretta
Carmen Covito, Tempo parziale
Giorgio Falco, Liberazione di una superficie
Barbara Garlaschelli, Luce nella battaglia. La storia di Matilde
Dacia Maraini, Dacia Maraini presenta Nadja
Michela Murgia, Alla pari
Giuliana Olivero, Sottigliezze
Antonio Pascale, Trasformare il trauma in dolore
Grazia Verasani, Agata
Grazie della segnalazione. Domani passo alla libreria Einaudi
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Ciao Ivana, è un libro che fa molto riflettere.
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