Il romanzo storico è un’opera narrativa ambientata in un’epoca passata, della quale ricostruisce le atmosfere, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Un romanzo si definisce storico quando è ambientato in un’epoca storica e intende trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali attraverso dettagli realistici e con un’aderenza ai fatti documentati. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione.

Dal momento che presenta una parte di invenzione e una parte di realtà storica, quello del romanzo storico è un genere “ibrido”. Lo statuto del genere si basa su una sorta di promessa implicita da parte dello scrittore: quella di limitare la propria libertà inventiva, sottoponendola al vincolo della verità storica. Il lettore sa di non trovarsi davanti a un trattato di storiografia, e spesso si chiederà quanta parte di verità ci sia nei fatti narrati; ad ogni modo, per godersi questo genere di romanzi, non resta che fidarsi della voce del suo autore e immergersi nello spirito di un’epoca, godendosi la trama.

Il romanzo storico è stato, soprattutto nell’Ottocento, il romanzo per eccellenza, grazie anche allo spirito del Romanticismo. Il fattore che dette slancio alla nascita di questo genere, oltre all’interesse romantico per la storia e il passato e alla nascita di un sentimento nazionale, fu il bisogno di una letteratura popolare che sapesse rispondere alle richieste di quella classe borghese in ascesa che richiedeva letteratura d’intrattenimento: una fuga verso un passato lontano, da un Rinascimento denso d’intrighi e di passioni a un Medioevo cavalleresco e avventuroso.

In Italia, l’esigenza di una letteratura nuova e con un carattere popolare nasce solo con i moti risorgimentali, quando la borghesia emerge come classe dirigente. Il Romanticismo lombardo vuole un rinnovamento della letteratura e si schiera a difesa del romanzo. Tra i primi a cogliere l’importanza di questo genere letterario è Alessandro Manzoni che ne diverrà un modello indiscusso.

In questo grande contenitore letterario se ne contano tantissimi, scritti dagli autori che abbiamo studiato soprattutto a scuola, e magari riscoperto in fasi successive, rivalutandoli, come il buon Manzoni che, se non fosse imposto al liceo, molti non avrebbero letto, ma che è uno dei classici romanzi soggetto a riscoperta in età più matura. Destino che condivide con i classici “mattoni” russi, tipo “Guerra e pace”

Il genere ha avuto una nuova fiammata, soprattutto negli ultimi anni del secolo scorso e in questo: ce ne sono davvero molti, se si esplora la letteratura mondiale. Ho deciso di limitare questa carrellata soltanto ad alcuni libri che ho letto nel corso del tempo, cercando di fare un salto temporale in epoche diverse, e anche geografico, spostandomi in regioni diverse.

Fatemi sapere la vostra personale classifica!!

Dumas i tre moschettieri

Il primo che vi propongo è il primo romanzo storico che ho letto: “I tre moschettieri” di Alexandre Dumas. Nella Francia del 1600 seguiamo le avventure di Charles d’Artagnan, un giovane guascone, che va a Parigi per essere ammesso tra le file dei moschettieri di re Luigi XIII. Si imbatte in Athos, Porthos e Aramis e le avventure non mancheranno… Mettendo in scena personaggi esistiti come il cardinale Richelieu e caratteri di finzione come il prode D’Artagnan e i suoi fidi spadaccini, Dumas è uno dei paladini francesi di questo genere, che ha affascinato molte generazioni con il suo mix di avventura, omicidi, vendette e amori.

Il gattopardo

Il secondo, è il secondo romanzo storico che ho letto: “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il principe Fabrizio Salina. Qui siamo in Sicilia, nel passaggio tra un mondo e l’altro, tra la nobiltà e la borghesia, tra i regni divisi e l’Italia unita: “cambiare tutto perché nulla cambi” è la frase che è diventata famosa come e più del libro. Siamo nel Risorgimento, dal momento del trapasso del regime borbonico alla transizione unitaria del Regno d’Italia, seguita alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Vi ricordate il bellissimo film di Luchino Visconti?

Yourcenar memorie di Adriano

 

Il terzo è uno dei romanzi preferiti di sempre, uno della mia top ten: “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar. Romanzo storico ambientato all’epoca della Roma imperiale, appartiene a quella schiera di libri moderni che hanno rinnovato il genere.

Eco nome della rosa vecchio

Il quarto appartiene sempre al mio personale olimpo: “Il nome della rosa” di Umberto Eco, ambientato nell’Italia del 1300. Ve ne ho recentemente parlato in occasione della nuova edizione.

Blissett Q

Il quinto mi ha conquistato e fatto conoscere il collettivo Wu Ming: “Q”, a firma Luther Blissett. Il romanzo è un notevole affresco degli anni della Riforma protestante. Anno Domini 1555. Sopravvissuto a quarant’anni di lotte che hanno sconvolto l’Europa, un eretico dai mille nomi racconta la sua storia e quella del suo nemico, Q. Predicatori, mercenari, banchieri, stampatori di libri proibiti, principi e papi compongono l’affresco dei tumultuosi anni delle guerre di religione: dalla Germania di Lutero, al regno anabattista di Münster, all’Italia insidiata dall’Inquisizione.

Clavell Shogun

Con il sesto vi porto nel Giappone del 1600: “Shogun”:  un romanzo storico d’avventura scritto da James Clavell. Costituisce il primo capitolo in ordine cronologico della Saga Asiatica dell’autore. La storia ripercorre le vicissitudini dell’ascesa al potere del daimyō Yoshi Toranaga (basato sul personaggio storico di Tokugawa Ieyasu), fino a diventare il primo shōgun. Le vicende sono raccontate dal punto di vista del navigatore inglese John Blackthorne, le cui gesta sono vagamente ispirate alle imprese storiche di William Adams.

Scott Ivanhoe

Il settimo è una lettura che mi riporta agli anni universitari: “Ivanhoe” di sir Walter Scott, il padre del romanzo storico nell’Ottocento. “Ivanhoe” “Waverley” e “Rob Roy”, ebbero una larga diffusione in tutta Europa, influenzando tutti i migliori autori del secolo e alimentando la diffusione del genere. L’innovazione di Scott stava in particolare nello studio psicologico dei personaggi: lo scrittore, infatti, non ne modernizza la mentalità, come avevano fatto fino ad allora gli autori di opere semplicemente ambientate nel passato, ma costruisce delle personalità in linea con il contesto storico dell’opera. Inoltre, i protagonisti non sono più grandi eroi o individui eccezionali, ma persone comuni. Con “Ivanhoe” Scott ci porta nell’Inghilterra del XII secolo sullo sfondo dei contrasti tra sassoni e normanni.

Tolstoj guerra e pace

Con l’ottavo vi porto nella grande madre Russia: “Guerra e pace” di Lev Tolstoj, che abbraccia le guerre napoleoniche dal 1805 alla grande epopea del 1812, con l’invasione francese e l’incendio di Mosca, per spingersi con l’epilogo fino al 1820, narrandone gli effetti su cinque famiglie aristocratiche russe.

Hawthorne lettera scarlatta

Il nono è “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne. Un adulterio, da cui nasce un figlio, nell’America puritana del 1600. Una colpa terribile per la quale una donna verrà costretta a portare la lettera A come segno di riconoscimento e simbolo del suo peccato. Peggio andrà all’amante, in questo affresco a tinte fosche eppure realistiche di un’epoca in cui la morale sessuale era l’ossessione dominante.

Manfredi Idi di marzo

Con il decimo torniamo nell’antica Roma: “Idi di marzo” di Valerio Massimo Manfredi. È il racconto romanzato dell’assassinio di Gaio Giulio Cesare, avvenuto a Roma alle Idi di marzo del 44 a.C. Il libro, pur con un taglio da romanzo, contiene riferimenti alla realtà dei fatti e ad aspetti poco conosciuti eppure documentati della vicenda del tradimento dei congiurati ai danni del dittatore di Roma.

la storia

 

Nel titolo del post ho detto dieci più uno: l’uno è l’eccezione che mi concedo, perché questo non è propriamente un romanzo storico, nel senso del suo canone, ottocentesco o moderno che si voglia. Però è un romanzo che racconta drammaticamente un pezzo doloroso della nostra storia recente; i personaggi sono fittizi, ma l’ambientazione è più reale del reale.