Da anni in California le persone che vanno via sono più di quelle che arrivano, tanto che la sua popolazione si è ridotta per la prima volta nella sua storia. Francesco Costa ci spiega perché lo stato del sogno americano si stia spopolando.
California, di Francesco Costa, Mondadori Strade blu 2022, pp. 204
Quando noi italiani pensiamo alla nazione che vorremmo diventare, cosa ci viene in mente? Probabilmente vorremmo avere un’economia in grande crescita e la piena occupazione: un paese in cui chiunque voglia lavorare possa farlo. Vorremmo avere le migliori università del pianeta e bellezze naturali adeguatamente valorizzate, prodotti culturali dall’influenza globale e la possibilità di definire «made in Italy» non solo un paio di scarpe ma anche un’app capace di costruire il futuro e un’idea che sappia cambiare il mondo. Vorremmo essere il posto ideale per chiunque voglia realizzare i propri sogni, per chiunque abbia un progetto e cerchi le condizioni ideali per trasformarlo in realtà, e magari anche avere una classe dirigente progressista, sensibile, accogliente.
Insomma, vorremmo essere un po’ più come la California, che infatti da secoli è considerata la «fine del mondo»: un paradiso di tolleranza, prosperità e paesaggi spettacolari, la terra promessa, la più pura incarnazione del sogno americano. Eppure, in California qualcosa si è inceppato, tanto che da anni le persone che la lasciano sono più di quelle che vi arrivano, e dall’ultimo censimento la sua popolazione risulta per la prima volta diminuita. Infatti, ogni anno 70-100.000 persone si trasferiscono in Texas, segno di una profonda crisi. Niente di tutto questo dovrebbe accadere, in teoria. Salvo in caso di guerre e catastrofi naturali, nella nostra epoca i movimenti migratori seguono direzioni segnate dall’economia e dall’occupazione: le persone vanno via dai posti che offrono meno opportunità per raggiungere posti che ne offrono di più.
Quello che sta accadendo in California secondo me è molto interessante e di grande portata, perché è uno Stato che è la quinta economia del mondo, con 40 milioni di abitanti e l’influenza culturale ed economica che conosciamo.
Francesco Costa
Quella della California è una crisi unica al mondo, ma l’acuta analisi di Francesco Costa ci mostra che le sue ragioni non sono esclusivamente californiane: cominciamo a riscontrarle anche dalle nostre parti. Le città come unici possibili centri propulsivi della crescita economica. La qualità della vita distrutta dai prezzi delle case: alloggi scarsi e costosissimi. Un radicalismo politico infantile. La divaricazione del mercato del lavoro fra chi possiede un’istruzione di alto livello e chi no. Le discriminazioni razziali. La catastrofe climatica dovuta ad incendi e siccità. L’attivismo performativo. Le crescenti diseguaglianze fra generazioni. La crisi della California ci costringe a interrogarci sulla realtà che ci circonda e ci invita a stare attenti a ciò che desideriamo, perché potremmo ottenerlo.
La California ha costruito una parte del suo mito sull’essere riuscita a domare la natura, ma adesso questa meraviglia dell’ingegno si trova schiacciata nelle sue certezze, schiacciata da fenomeni naturali che non riesci più a controllare (..) Di fronte alla vastità degli incendi californiani che durano per mesi, generano tornado di fuoco ingestibili, puoi solo abbattere attorno e aspettare che bruci tutto quello che può bruciare.
Francesco Costa
Uno dei fenomeni che si sta manifestando a livello sociale è la crescente diffidenza verso la Silicon Valley, la culla dei social, sede di società internazionali specializzate in tecnologia, sede di diverse istituzioni focalizzate sulla tecnologia e collegate all’Università di Stanford di Palo Alto. I metodi di lavoro e di controllo hanno suscitato non poche perplessità, fino a disegnare scenari inquietanti, come si legge nel libro di Anna Wiener, La valle oscura.
La California è anche uno degli Stati famoso per la produzione di prodotti agricoli di grande qualità, come il vino, ma la crisi dell’acqua sta mettendo in crisi quell’industria.
Francesco Costa, giornalista, vicedirettore del giornale online «il Post», è esperto di politica statunitense più volte inviato sul campo. Nel 2015 ha creato il progetto Da Costa a Costa, una newsletter e un podcast sugli Stati Uniti per i quali ha vinto nel 2016 il Premio internazionale Spotorno nuovo giornalismo e, nel 2018, il premio per il miglior podcast italiano alla Festa della Rete. Ha collaborato alla realizzazione dei documentari La Casa Bianca per Rai 3 e conduce periodicamente la rassegna stampa di Rai Radio 3, «Prima Pagina». Ha insegnato giornalismo allo Iulm di Milano ed è stato responsabile del corso biennale di giornalismo alla Scuola Holden di Torino. Nel 2020 pubblica con Mondadori Questa è l’America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro. Del 2021 invece Una storia americana. Joe Biden, Kamala Harris e una nazione da ricostruire, sempre edito da Mondadori. Nel 2022 con California (Mondadori) analizza le cause che hanno portato allo spopolamento dello stato americano.