Lui le chiese di dove era originaria, lei glielo disse, e poi lui volle sapere come era entrata nell’amministrazione. Era abituata a rispondere abilmente a quella domanda, e di solito recitava una serie di  luoghi comuni sul voler aiutare i membri della facoltà a valorizzare le proprie competenze, ma oggi non aveva voglia di mascherare la verità. “Non ero un granché come docente”, ammise, “e avevo perso interesse per quello che facevo. Così, quando si è liberato un posto nella catena alimentare, ho fatto domanda. E si è scoperto che ero brava. (pag. 62)

 

Il regno delle ultime possibilità, di Steve Yarbrough, Nutrimenti editore 2019, traduzione di Veronica La Peccerella

Non conoscevo questo autore, ma a mio (vago) discapito, posso dire che questo è il suo primo romanzo tradotto in Italia: ammetto che la prima cosa che mi ha attirata è stato il titolo del romanzo, tradotto letteralmente dall’originale. La quarta di copertina, poi, mi ha rivelato su di lui una serie di informazioni che hanno fatto scattare la molla della curiosità. A fine lettura, posso dire – con un certo autocompiacimento …. – che ho fatto bene a fidarmi del mio istinto e a dare fiducia alla CE che lo ha pubblicato e che finora non mi ha deluso (vedi La ragazza che dormì con Dio).

Questo romanzo si inserisce nella tradizione narrativa americana, che spesso parte da un trasferimento e cambio radicale di vita, o si dipana attraverso un lungo viaggio, e presenta contesti dove gli ingredienti sono la crisi economica (qui quella degli anni dieci del nuovo secolo), i fallimenti nei rapporti di coppia, i segreti custoditi per anni, la crisi professionale spesso legata alla perdita del posto di lavoro e/o al doversi adattare a lavori demansionanti. Inoltre, ci sono due altri ingredienti che me lo hanno subito reso intrigante: la presenza della letteratura e del suo fascino come collante tra i protagonisti, e la critica al sistema universitario americano.

Cal e Kristin Stevens sono costretti a lasciare la loro casa in California per trasferirsi sulla costa atlantica, dopo che Kristin ha perso il lavoro come amministratore universitario e ha trovato una posizione in un campus statale minore in Massachusetts. Cal ha sempre lavorato nel settore edile, con i suoi tempi e le sue stranezze – tipo portarsi appresso una cassa Bose per ascoltare la musica mentre lavora, o non rispondere al telefono. Kristin ha una laurea in letteratura ma ha abbandonato l’interesse per i libri e si è dedicata a ruoli amministrativi nelle prestigiose università della California. Ha un primo matrimonio fallito alle spalle.

Il trasferimento complica i loro rapporti, ormai già abbastanza raffreddati e si rivela non un semplice trasloco; non richiede solo di cambiare abitudini, di abituarsi alle temperature diverse o ad un diverso stile di vita, molto più provinciale di quanto si aspettassero.  Questa svolta nella loro vita crea le condizioni per mettere in crisi il loro rapporto. Entrambi cinquantenni, conducono una vita tranquilla ma per lo più separata.

Quella sera, quando tornò in camera dopo aver fatto la doccia, Kristin lo trovò nel loro letto. Nella ultime settimane aveva dormito al terzo piano, e si giustificava dicendo che quando si metteva a letto tardi non la voleva disturbare, visto che lei doveva svegliarsi presto. Intorno alle due o alle tre, quando lui saliva l’ultima rampa, lei si svegliava in ogni caso e rimaneva lì stesa a pensare a quanto le stesse rendendo facile allontanarsi. Si era trasferita sperando che ricominciare da capo in un posto nuovo avrebbe ravvivato in lei le cose che aveva provato in quella gastronomia all’angolo, la prima volta che lo aveva sentito suonare. Ma era come se lui volesse convincerla che ciò che aveva sentito non significava nulla, e che l’aveva sposato solo per convenienza, come quando si cambia una corda alla chitarra dopo averla rotta. (pag. 145)

Kristin si ritrova sempre più coinvolta nelle questioni politiche quotidiane del suo lavoro, mentre Cal, il cui carattere taciturno nasconde il rammarico e la rabbia profondamente radicati, trascorre i suoi giorni a restaurare la loro casa e suonare la chitarra e il mandolino, cosa in cui eccelle, ma che ama fare quando è solo, ad occhi chiusi.

Matt Drinnan, un aspirante scrittore, ex libraio, costretto a ricominciare la sua vita dopo che alcuni errori hanno fatto deragliare completamente il suo lavoro e il suo matrimonio, trascorre le sue giornate cercando di riempire il vuoto, mentre cerca di digerire il fatto che la sua ex moglie si è rifatta una vita con un altro uomo. Matt è un uomo pieno di rimpianti e incertezze sul suo futuro, ama la letteratura e questo è il primo terreno su cui si confronta con Kristin.  Mentre Matt e Kristin – che sono vicini di casa – si muovono l’uno verso l’altro, all’inizio sono grati per l’opportunità di parlare onestamente e apertamente, per trovare finalmente un amico e un confidente. Ma man mano che la loro relazione si intensifica, vengono a trovarsi in una situazione potenzialmente negativa per entrambi, a livello professionale e personale, così come nei riguardi di Cal. E mentre Kristin affronta uno scandalo al lavoro e Cal si confronta con le sue reazioni a seguito di un violento incidente, tutti e tre si interrogano su ciò che riserva loro il futuro.

Cal ha dei segreti nel suo passato. Kristin non sapeva quando si sposarono che lui aveva legalmente cambiato il suo nome da Stegall a Stevens per non essere associato a  suo padre, un costruttore di complessi residenziali a buon mercato, finito in prigione per corruzione e frode postale, traditore seriale della moglie. Cal, che vuole essere l’esatto opposto di suo padre, nel suo lavoro edile è assolutamente etico e sceglie solo i materiali migliori, così come si mantiene fedele alla moglie. Ma la scoperta di questi segreti mina ancora di più il loro rapporto, soprattutto da parte di Kristin, che tuttavia si trova, passo dopo passo, a costruire una relazione segreta con Matt.

Le passioni e le delusioni di questi personaggi emergono dalla trama grazie alla scrittura e al ritmo della narrazione; Yarbrough è davvero bravo a condurre il lettore attraverso il continuo aprirsi e chiudersi dei personaggi, senza affrettare o anticipare gli eventi, ma lasciando lo spazio e il tempo adeguati per svilupparsi, ottenendo così la massima risonanza. Andando avanti nella lettura, aumenta l’empatia verso i personaggi, ci possiamo quasi identificare con loro perché chi non ha segreti? chi non ha sperimentato il fallimento di una relazione? Probabilmente anche noi, come i personaggi di Yarbrough, abbiamo vagato nel regno titubante e disperato delle ultime possibilità.   La scrittura in questo libro è superba. Non c’è sfoggio, nessuna sovrastruttura. Ogni frase è abilmente bilanciata e perfetta, necessaria e funzionale allo sviluppo della trama.

Steve Yarbrough (Indianola, Mississippi, 1956) è autore di sette romanzi e tre raccolte di racconti. Per le sue opere ha vinto il California Book Award, il Richard Wright Award, il Robert Penn Warren Award, il Massachusetts Book Award in Fiction, ed è stato finalista al PEN/Faulkner Award. A lungo docente alla California State University di Fresno, attualmente insegna all’Emerson College di Boston.

Il sito ufficiale dello scrittore: https://www.steveyarbrough.net/

Qui potete leggere l’incipit.